Il linguaggio del movimento umano: l’AI entra in scena all’AperiRAISE

Giovedì 30 ottobre 2025, il Genova Blue District ha ospitato un nuovo appuntamento del ciclo di AperiRAISE, gli aperitivi scientifici organizzati da RAISE all’interno del Festival della Scienza 2025.

L’incontro, dedicato al tema “Il linguaggio del movimento umano: decodificarlo con l’IA e la tecnologia”, ha trasformato l’atmosfera conviviale di un aperitivo in un’occasione di dialogo tra ricerca, innovazione e curiosità quotidiana.

Il pubblico ha riempito la sala per scoprire come neuroscienze, sport, riabilitazione e intelligenza artificiale si intreccino in un ambito di studio affascinante e in continua evoluzione: quello del movimento umano.

A guidare la conversazione sono stati Maura Casadio, professoressa di Bioingegneria presso l’Università di Genova, e Matteo Moro, ricercatore in Informatica presso lo stesso ateneo e membro del MaLGa Center.

I relatori hanno raccontato come, per decenni, analizzare i gesti abbia richiesto complesse apparecchiature di laboratorio: marcatori applicati sul corpo, telecamere a infrarossi, ambienti controllati. Un approccio preciso, ma lontano dal naturale fluire della vita reale. Oggi, grazie ai progressi della computer vision e dell’intelligenza artificiale, il paradigma è cambiato. Bastano semplici video – persino ripresi da uno smartphone – per ricostruire con accuratezza sorprendente la postura e i movimenti di una persona, senza sensori invasivi né vincoli di laboratorio.

Durante la serata, Casadio e Moro hanno mostrato come queste tecnologie siano già entrate nella pratica clinica e nella ricerca applicata: dall’analisi del cammino alla valutazione dei movimenti dei neonati prematuri, fino al supporto ai medici nella diagnosi differenziale tra crisi epilettiche e parasonnie. Attraverso esempi concreti, hanno illustrato come algoritmi e dati possano aiutare a comprendere meglio il corpo e il cervello, migliorare i percorsi di riabilitazione e fornire strumenti innovativi agli specialisti.

L’incontro ha offerto ai partecipanti un modo nuovo di avvicinarsi alla scienza: con la semplicità e la curiosità di una conversazione tra amici. Tra un calice e una domanda, il pubblico ha potuto toccare con mano come la ricerca di frontiera possa essere raccontata con linguaggio accessibile, restando però rigorosa e profondamente umana.

I relatori hanno commentato al termine della serata: “Abbiamo avuto il piacere di partecipare a un aperitivo scientifico nell’ambito del progetto RAISE, con una presentazione dedicata a “Il linguaggio del movimento umano: decodificarlo con l’IA e la tecnologia”. È stata un’occasione speciale per condividere i risultati della nostra ricerca in un contesto informale e divulgativo, in cui il pubblico si è mostrato partecipe, curioso e interessato. Le domande e le riflessioni emerse ci hanno offerto nuovi punti di vista sull’impatto e le
prospettive future del nostro lavoro. Siamo molto felici di aver potuto dialogare in modo diretto con persone interessate ai temi dell’intelligenza artificiale e del movimento umano”.

La serata si è conclusa con un applauso caloroso e molti spunti di riflessione: su come il gesto, la postura e il movimento racchiudano un linguaggio universale che la scienza oggi sa finalmente decifrare, restituendoci una visione più profonda e concreta del rapporto tra esseri umani e tecnologia.

L’AperiRAISE ha confermato ancora una volta la forza di un approccio che unisce divulgazione, convivialità e innovazione. Portare la scienza fuori dai laboratori e dentro la quotidianità significa non solo condividere risultati, ma costruire consapevolezza e fiducia nel potenziale delle tecnologie nate sul territorio.

RAISEmotion porta arte e scienza in scena al Festival della Scienza

Mercoledì 29 ottobre, nella maestosa Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, RAISEmotion ha trasformato il cuore di Genova in un palcoscenico dove ricerca e creatività si sono fuse in un’esperienza sensoriale e poetica.

L’evento, parte del programma del Festival della Scienza 2025, ha presentato le performance The Ocean Without Us e Another Beat, due narrazioni che hanno intrecciato linguaggi artistici e visioni scientifiche, mostrando come la conoscenza possa prendere forma attraverso la musica, le immagini e il teatro.

La serata, introdotta da Cristina Battaglia, Programme Manager di RAISE, e presentata da Marco Faimali del CNR, leader dello Spoke 3, ha guidato il pubblico in un percorso che unisce emozione, ricerca e consapevolezza.

Michela Chiappalone (IIT, Università di Genova e Ospedale San Martino) e Veronica Penza (IIT, Spoke 2), insieme a Francesca Garaventa (CNR-IAS, Spoke 3), hanno offerto una lettura scientifica delle opere, restituendo la complessità dei temi affrontati e il valore della collaborazione tra discipline.

La prima performance, Another Beat, ideata e diretta da Lidia Giannuzzi con la compagnia La Pozzanghera, ha spostato l’attenzione dal mare al corpo umano, esplorando il tema del gemello digitale. Sul palco, il battito del cuore è diventato metafora di dialogo tra l’uomo e la tecnologia: una partitura di luci, suoni e parole che ha messo in scena la possibilità di un futuro in cui l’innovazione medica accompagna la vita, senza mai sostituirla. Gli attori Domenico Baldini, Roberta De Donatis, Francesco Maria Giacobbe e Martina Pittaluga hanno incarnato la tensione tra il cuore reale e quello virtuale, restituendo al pubblico un racconto intimo e universale sul significato di essere vivi

La seconda performance, The Ocean Without Us, firmata dal collettivo Stellare in collaborazione con l’artista Giuseppe La Spada, ha condotto gli spettatori in un viaggio immersivo attraverso le profondità del mare e i dati che raccontano la sua fragilità. I suoni, generati dal software Ocean sviluppato con Emilio Pozzolini, hanno tradotto le concentrazioni di microplastiche nel Mar Ligure in frequenze e variazioni sonore, dando voce a un oceano in trasformazione. Tra proiezioni fluide e armonie elettroniche, l’opera ha evocato un mare che respira, soffre e si rigenera, restituendo in forma sensoriale la ricerca condotta all’interno dello Spoke 3 di RAISE dedicato alla protezione e cura dell’ambiente.

“Another beat, un altro battito, quello di un cuore gemello, un cuore gemello digitale, su cui provare, sperimentare, testare cure, interventi. Un tentativo di dare una voce teatrale a quello che la ricerca sta già facendo. Una grande speranza per noi tutti che viene dalla scienza” ha commentato Lidia Giannuzzi della Compagnia la Pozzanghera.

Maria Pina Usai, curatrice per la performance The ocean without us ha dichiarato al termine dello spettacolo “The Ocean Without Us prende forma dall’incontro tra due pratiche di ricerca – scientifica e artistica – che pur operando attraverso linguaggi differenti, condividono più di quanto si pensi: rigore metodologico, tensione verso l’ignoto, disponibilità all’imprevisto, trasmissione evolutiva dei propri esiti. In entrambe, l’atto di indagine implica la capacità di interpretare dati e segni del reale attraverso studio e competenza oltre che sensibilità e intuizione. In questa prospettiva, l’arte non si limita a comunicare la scienza, ma ne accompagna il percorso di conoscenza, traducendola in esperienza estetica e percettiva. Come nel romanzo di Alan Weisman da cui trae ispirazione, la performance audiovisiva The Ocean Without Us non mira a fornire risposte, ma a generare domande, invitando il pubblico a un esercizio di consapevolezza e responsabilità nei confronti del mondo di cui siamo parte”.

Entrambe le opere hanno espresso con forza l’essenza di RAISE, l’ecosistema dell’innovazione che promuove il dialogo tra scienza, tecnologia e società. In questa serata, l’arte ha dato corpo alle domande della ricerca e la ricerca ha trovato una nuova voce attraverso la sensibilità artistica.

Il pubblico ha accolto con partecipazione le due performance, riconoscendo nel linguaggio condiviso di RAISEmotion un’occasione di riflessione e stupore. L’incontro tra scienziati e artisti ha mostrato come la conoscenza, quando si apre alla creatività, possa trasformarsi in esperienza collettiva e in visione del futuro.

RAISE More than human: il futuro è immersivo

Fino al 30 ottobre 2025, il Genova Blue District ospita il RAISE Village al Festival della Scienza, dove l’ambiente immersivo RAISE More than human accoglie i visitatori in un’esperienza che unisce arte, ricerca e tecnologia.

Il percorso invita a scoprire l’ecosistema RAISE attraverso un viaggio tra robot, droni, sensori, modelli 3D, videogiochi e piattaforme digitali. Immagini, suoni e testimonianze accompagnano il pubblico alla scoperta delle connessioni tra intelligenza artificiale, ecosistemi naturali e comunità umane, mostrando come la ricerca scientifica diventi motore di innovazione e benessere.

RAISE More than human rappresenta la chiave per entrare nel mondo di RAISE e comprendere come le tecnologie nate nei laboratori liguri trovino applicazione nella vita quotidiana. L’esperienza immersiva racconta il percorso che conduce dalle idee dei ricercatori alle soluzioni per la salute, la sostenibilità ambientale, la mobilità intelligente e la qualità dei servizi urbani.

All’interno del RAISE Village, i visitatori possono esplorare le molteplici aree tematiche del progetto: l’eco-robotica per il monitoraggio degli ecosistemi marini, i dispositivi intelligenti per la salute personalizzata, la logistica automatizzata, la robotica educativa e i sistemi di assistenza medica e turistica. Ogni tappa dimostra come robotica e intelligenza artificiale producano benefici misurabili e favoriscano un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo.

Il RAISE Village diventa così uno spazio di incontro tra cittadini, ricercatori, istituzioni e imprese, dove l’innovazione si racconta in modo accessibile e coinvolgente. L’ambiente immersivo traduce la complessità della ricerca in un linguaggio visivo e narrativo capace di stimolare curiosità e consapevolezza.

Attraverso RAISE More than human, il progetto valorizza la visione dell’ecosistema ligure dell’innovazione, che unisce scienza, creatività e collaborazione per costruire il futuro della città, della sanità, dell’ambiente e del porto. In questo racconto, la tecnologia non sostituisce l’uomo ma lo accompagna, rafforzando la relazione tra intelligenza artificiale e sensibilità umana.

Visitabile fino al 30 ottobre, l’esperienza immersiva offre a cittadini, studenti e professionisti l’occasione di esplorare le potenzialità della ricerca e di immaginare un futuro in cui l’innovazione diventa strumento di benessere collettivo e crescita sostenibile.

Maggiori informazioni su RAISE More than human a questo link.

AI ed etica: un confronto aperto al Genova Blue District

Il 26 ottobre alle 18.00, la Sala Cuspide A del Genova Blue District ha accolto il secondo appuntamento della serie AperiRAISE – Aperitivi scientifici al Festival della Scienza, dedicato al tema “Le frontiere etiche dell’intelligenza artificiale. L’altra faccia dell’AI”.

L’incontro, andato completamente esaurito, ha confermato il forte interesse del pubblico verso i temi della ricerca e dell’innovazione tecnologica.

Protagonista della serata è stata Annalisa Barla, professoressa associata di Informatica all’Università di Genova, che ha guidato il pubblico in un viaggio tra le implicazioni etiche dell’intelligenza artificiale. Con linguaggio chiaro e rigoroso, la ricercatrice ha mostrato come i sistemi di AI, oggi sempre più presenti nelle nostre vite quotidiane – dalla concessione di un prestito alla diagnosi medica, fino alla selezione delle notizie che leggiamo – sollevino questioni cruciali sul piano sociale, culturale e morale.

L’intervento ha superato le consuete riflessioni sui bias algoritmici, per affrontare le dimensioni più sottili e profonde del problema. Barla ha illustrato come le distorsioni non risiedano soltanto nei dati, ma anche nei processi di annotazione e rappresentazione che li generano. Questo approccio ha permesso di comprendere meglio i limiti dei metodi oggi più diffusi e di riflettere sull’importanza di una regolamentazione che promuova trasparenza, responsabilità e riproducibilità.

L’incontro ha alternato momenti di analisi teorica e casi concreti, stimolando un dialogo vivace tra relatrice e pubblico. Dopo la conferenza, la discussione si è prolungata a lungo, tra domande, commenti e riflessioni condivise, a testimonianza della curiosità e della sensibilità con cui la cittadinanza ha accolto il tema.

Il pubblico ha mostrato grande attenzione anche verso le prospettive future delineate dalla docente, che ha sottolineato il valore della formazione come strumento essenziale per affrontare le trasformazioni in corso. In un clima informale ma denso di contenuti, la serata ha offerto un’occasione concreta per avvicinare la ricerca scientifica al tessuto urbano e sociale, nel segno della divulgazione di qualità che caratterizza il progetto RAISE.

A conclusione dell’incontro, Annalisa Barla ha condiviso con i partecipanti una riflessione che ha raccolto il senso profondo dell’iniziativa: “È sempre una grande soddisfazione quando il pubblico partecipa con curiosità e voglia di capire, soprattutto su temi come l’intelligenza artificiale, di cui tutti parlano ma che molti desiderano approfondire davvero. Serate come questa mi confermano due cose: la prima è l’importanza della formazione, non solo accademica, ma anche della divulgazione. Gli scienziati devono uscire dalle torri d’avorio e raccontare la loro ricerca in modo accessibile: è un dovere verso la società. La seconda riguarda il modo in cui comunichiamo l’AI. Non basta parlare di prestazioni, serve spiegare come i modelli vengono costruiti, da quali dati nascono, in linea con i principi di trasparenza e open science. Mi interessa molto anche esplorare come l’AI stessa possa aiutarci a rendere la divulgazione più efficace e accessibile a chi fa ricerca in ogni ambito.”

Il secondo AperiRAISE ha così rafforzato il dialogo tra scienza e pubblico, offrendo un’autentica occasione di riflessione e confronto su uno dei temi più attuali e affascinanti del nostro tempo.

AperiRAISE: primo appuntamento con la scienza, tra robotica e curiosità

Il ciclo degli AperiRAISE, gli aperitivi scientifici promossi da RAISE, all’interno del programma del Festival della Scienza 2025, ha preso il via il 25 ottobre presso la Sala Cuspide A del Genova Blue District, con la conferenza dal titolo “Tirate fuori I robot veri!” registrando il tutto esaurito.

L’iniziativa, pensata per avvicinare il pubblico al mondo della ricerca in un’atmosfera informale e partecipata, ha inaugurato una serie di cinque incontri dedicati ai temi dell’innovazione, della tecnologia e del rapporto tra scienza e società.

Il primo appuntamento ha avuto come protagonista Antonio Sgorbissa, esperto di robotica e Professore Ordinario all’Università degli Studi di Genova, dove insegna nel corso di laurea in Ingegneria Informatica e nel Master Europeo EMARO+ in Advanced Robotics, dove coordina DRIM, il dottorato nazionale in Robotica e Macchine Intelligenti, e dirige il laboratorio RICE (Robots and Intelligent systems for Citizens and the Environment).

Nel corso dell’incontro, Sgorbissa ha guidato il pubblico in un viaggio tra le sfide e le prospettive della robotica contemporanea. Da decenni, ricercatori e ricercatrici di tutto il mondo hanno dedicato energie e risorse – pubbliche e private – allo sviluppo di robot autonomi e intelligenti, capaci di assistere le persone fragili, esplorare ambienti complessi e fornire informazioni in situazioni critiche. Una parte importante della comunità scientifica ha concentrato i propri sforzi su modelli teorici e prototipi sofisticati, spesso destinati a trovare applicazione in tempi lunghi.

Sgorbissa ha anche raccontato la propria esperienza nello sviluppo di robot sociali “semplici ma robusti”, progettati per offrire fin da subito un supporto concreto e affidabile alle persone, in modo da incidere realmente sulla vita quotidiana. Ha illustrato come la robotica possa evolvere non solo attraverso soluzioni altamente complesse, ma anche grazie a macchine capaci di operare in autonomia negli ambienti reali, fornendo aiuto, compagnia e sicurezza.

L’incontro si è trasformato presto in una conversazione vivace e partecipata: domande, curiosità e riflessioni hanno animato la sala fino a tarda sera, in un dialogo diretto tra il relatore e il pubblico. L’atmosfera informale dell’aperitivo ha favorito un confronto autentico, in cui la divulgazione scientifica ha assunto il tono di un dialogo teatrale.

Nel suo intervento conclusivo, Antonio Sgorbissa ha condiviso un pensiero che ha riassunto lo spirito dell’iniziativa: “Questo ciclo di incontri assomiglia molto più a uno spettacolo teatrale, e lo trovo meraviglioso. Quando si guarda il pubblico negli occhi, si crea un’energia reciproca: non è facile spiegarlo in termini scientifici, ma si percepisce chiaramente. Parlare di scienza così, in presenza e con partecipazione, restituisce un senso profondo al nostro lavoro.”

L’Ecosistema RAISE immagina le visioni di domani

Il 24 ottobre 2025, nella Sala delle Donne di Palazzo Ducale, il Festival della Scienza ha ospitato la tavola rotonda “L’Ecosistema RAISE e le Visioni di Domani – Tecnologie emergenti e conoscenza condivisa per migliorare il presente e immaginare il futuro”, un incontro dedicato al valore della collaborazione tra ricerca, innovazione e società.

L’evento, introdotto da Cristina Battaglia, Programme Manager di RAISE e dal presidente del consiglio scientifico del Festival della Scienza, Carlo Ferdeghini, ha riunito le voci di cinque protagoniste del progetto – Silvia Biasotti (Spoke 1, CNR–IMATI), Giulia Bodo (Spoke 2, IIT – Rehab Technologies), Elisa Costa (Spoke 3, CNR–IAS), Francesca Garaventa (Spoke 4, CNR–IAS) e Simona Tirasso (Spoke 5, Università di Genova) – moderate da Daniele Chieffi, giornalista, saggista ed esperto di comunicazione strategica.

La conversazione ha offerto al pubblico uno sguardo privilegiato sul lavoro dei cinque Spoke che compongono l’ecosistema RAISE, un grande laboratorio di innovazione dedicato a città inclusive e accessibili, sanità avanzata, tutela ambientale, portualità sostenibile e formazione per la pubblica amministrazione. Un mosaico di competenze che mostra come la tecnologia possa generare benefici concreti per le persone, migliorare la qualità della vita e rafforzare la sostenibilità dei territori.

Silvia Biasotti, dirigente di ricerca del CNR presso l’Istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche “E. Magenes”, ha illustrato le attività dello Spoke 1, che unisce modellazione matematica, intelligenza artificiale e analisi dei dati per la creazione di gemelli digitali. “Il nostro lavoro – ha spiegato – si concentra sullo sviluppo di rappresentazioni tridimensionali della città e dei cittadini, per comprendere in modo più profondo le dinamiche urbane e progettare soluzioni basate su dati concreti. Il futuro di RAISE nasce proprio da questa sinergia tra competenze di università, IIT, CNR, imprese e istituzioni locali: un valore che continuerà a produrre collaborazioni e innovazione condivisa”.

Lo Spoke 2, rappresentato da Giulia Bodo, postdoctoral researcher al Rehab Technologies Lab dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ha portato l’attenzione sulla robotica riabilitativa e sull’interazione uomo-macchina. “Lavorare in RAISE mi ha permesso di confrontarmi con molti clinici e di raccogliere idee per sviluppi futuri – ha raccontato –. I trial clinici in collaborazione con gli ospedali partner, come Galliera, Gaslini e FISM, ci hanno aiutato a trasformare i segnali dei sensori in metriche utili ai medici per la valutazione dei pazienti. L’obiettivo è creare tecnologie sempre più centrate sulla persona e sulle sue reali esigenze».

Elisa Costa, ricercatrice del CNR–IAS e referente dello Spoke 3, ha approfondito il tema dell’ecorobotica e del monitoraggio ambientale. “Le tecnologie sviluppate all’interno di RAISE hanno migliorato le strategie di monitoraggio, integrando robotica e intelligenza artificiale per analizzare in modo accurato aria, acqua e suolo. Questi strumenti rafforzano i sistemi di allerta precoce e rappresentano una risorsa preziosa per la tutela ambientale”.

Per lo Spoke 4, Francesca Garaventa, prima ricercatrice del CNR–IAS, ha illustrato le iniziative rivolte alla transizione sostenibile dei porti. “Il porto di Genova svolge un ruolo economico e sociale cruciale. Le nostre ricerche mirano a coniugarne le esigenze normative con tecnologie capaci di rendere le operazioni portuali più sicure ed ecologiche. RAISE ha contribuito a sviluppare un capitale tecnologico e umano di altissimo livello, che continuerà a produrre valore per il Paese e per la regione”.

Simona Tirasso, assegnista di ricerca presso l’Università di Genova e consulente del progetto P5 | AI for Public Administration, ha infine affrontato il tema della formazione come leva di innovazione. “In RAISE ho compreso l’importanza del lavoro di squadra e del costruire reti di collaborazione. I nuovi modelli di formazione devono avvicinare le persone alla conoscenza e stimolare una curiosità continua. La sostenibilità dell’ecosistema passa anche da qui: dalla capacità di formare competenze che evolvono insieme alla tecnologia».

A chiudere l’incontro, il moderatore Daniele Chieffi ha sottolineato il valore dell’impatto sociale della ricerca: “RAISE rappresenta un successo perché ha saputo tradurre la scienza in trasformazione concreta, migliorando la vita quotidiana e creando un orizzonte di progresso per tutti”.

La tavola rotonda ha confermato la visione di RAISE come ecosistema capace di integrare discipline e prospettive diverse in un percorso comune. Una piattaforma che unisce tecnologia, conoscenza e partecipazione per costruire, oggi, le visioni di domani.

Scoprire l’innovazione nei laboratori del RAISE Village

Nella giornata inaugurale del Festival della Scienza 2025, il RAISE Village ha aperto le sue porte al pubblico con un ricco programma di laboratori didattici, veri protagonisti di un’esplorazione concreta e coinvolgente dell’innovazione tecnologica. Nonostante le condizioni meteorologiche complesse, studenti, ricercatori e visitatori hanno animato gli spazi del Genova Blue District, trasformandoli in un luogo di incontro tra ricerca, curiosità e futuro.

Nel laboratorio dello Spoke 2 – IIT HealthTech Lab, gli studenti hanno sperimentato dispositivi per il monitoraggio non invasivo dei pazienti, come occhiali intelligenti e sedie sensorizzate, sviluppati nell’ambito delle attività di ricerca di RAISE. A partire da questi strumenti, i partecipanti hanno ideato nuove applicazioni, definendo casi d’uso e immaginando soluzioni per il miglioramento della pratica clinica e della riabilitazione. In piccoli gruppi, hanno progettato brevi presentazioni e demo pratiche, valutando come sensori e algoritmi di intelligenza artificiale possano supportare una medicina più efficace e personalizzata.

“È stato entusiasmante osservare come gli studenti abbiano accolto la sfida di ideare nuovi casi di studio per il monitoraggio dei pazienti,” racconta Giulia Bodo dell’IIT – HealthTech Lab. “Abbiamo lavorato con un liceo scientifico sportivo, quindi abbiamo orientato le attività verso la riabilitazione degli sportivi dopo un infortunio. I ragazzi hanno proposto patologie e sport diversi, progettando sensori e algoritmi per analizzarli. È emersa una grande creatività unita a curiosità scientifica.”

Un approccio che mostra come le tecnologie di RAISE non rappresentino solo strumenti di ricerca, ma anche occasioni per formare una nuova generazione di cittadini consapevoli, capaci di connettere innovazione, salute e responsabilità sociale.

Il laboratorio “Un nuovo alleato per gli ecosistemi marini” curato dal CNR-IAS, per lo Spoke 3, ha condotto i partecipanti in un viaggio nel mondo della biologia marina ligure. Il Mar Ligure, ricchissimo di biodiversità ma anche fragile, è diventato il protagonista di un percorso didattico che mostra come l’intelligenza artificiale possa diventare un prezioso alleato per la ricerca e la tutela dell’ambiente.
Attraverso sistemi interattivi basati su algoritmi di IA, studenti e visitatori hanno osservato in tempo reale i movimenti di minuscoli abitanti del mare – larve e piccoli invertebrati – comprendendo come queste analisi aiutino a valutare la qualità delle acque e lo stato di salute degli ecosistemi marini.

“Abbiamo voluto stimolare un percorso didattico che intreccia le tecnologie del futuro con temi fondamentali per la società, come la sostenibilità ambientale,” spiega la professoressa Paola Guado del Liceo Galileo Galilei di Voghera che ha accompagnato la 2B (indirizzo Scientifico-Informatico). “Monitoraggio ambientale, cittadinanza scientifica e cura della persona sono aspetti complementari di un’unica visione: la crescita di una società che usa la tecnologia per migliorarsi e per costruire un futuro sostenibile.”

Il RAISE Village è un vero e proprio villaggio dell’innovazione, dove si può toccare con mano l’ecosistema RAISE e scoprire come la ricerca scientifica contribuisca a migliorare la vita delle persone, la qualità del lavoro e la sostenibilità del territorio. Grazie ai finanziamenti del MUR nell’ambito del PNRR, RAISE riunisce università, centri di ricerca e imprese liguri impegnate nello sviluppo di soluzioni basate su robotica e intelligenza artificiale per la sanità del futuro, le città intelligenti e la tutela ambientale.

All’interno del Village, i visitatori possono esplorare diversi scenari applicativi attraverso laboratori interattivi, dimostrazioni robotiche e aperitivi scientifici, in un dialogo continuo con i protagonisti del progetto. Nei locali del Blue District, una sala immersiva consente inoltre di entrare virtualmente nei progetti RAISE, anticipando in modo esperienziale ciò che accade nei laboratori reali.

Tutti gli eventi del RAISE Village sono gratuiti e aperti al pubblico, senza necessità di abbonamento al Festival della Scienza.

Il programma completo dei laboratori e delle attività dei prossimi giorni è disponibile a questo link.

RAISE: online la pagina dedicata ai bandi a cascata dell’Ecosistema

È ora online la nuova sezione del sito dedicata ai bandi a cascata emanati nell’ambito dell’Ecosistema dell’Innovazione RAISE (Robotics and AI for Socio-economic Empowerment).

Sono stati pubblicati cinque bandi, mirati alla realizzazione di progetti di ricerca e sviluppo sperimentale in linea con le attività condotte all’interno degli spoke dell’ecosistema.

Un primo bando ha coinvolto le PMI con sede operativa in Liguria e nelle regioni del Mezzogiorno, mentre i restanti quattro hanno avuto come destinatari gli organismi di ricerca situati nelle regioni del Sud Italia, con un focus su sfide sperimentali e trasferimento tecnologico.

Grazie a una dotazione complessiva di 24 milioni di euro, sono stati finanziati 50 progetti, che coinvolgono 104 aziende e 26 organismi di ricerca.

I bandi a cascata hanno consentito di ampliare e consolidare il network di RAISE integrando competenze e ambiti sperimentali fortemente connessi e complementari con le linee di attività degli SPOKE.

I progetti finanziati hanno tutti un carattere fortemente innovativo e sono rivolti alla sperimentazione di tecnologie nell’ambito della robotica e dell’AI in svariati contesti applicativi quali porti, ambienti urbani, siti culturali, parchi naturali, strutture cliniche mantenendo al centro dell’attività la qualità della vita ed il benessere delle persone e la sostenibilità ambientale e sociale dei progetti.

Con i bandi a cascata si è inoltre ampliato il territorio di riferimento dell’ecosistema RAISE includendo, oltre la Liguria, altre 11 Regioni prevalentemente localizzate nel Mezzogiorno. Ciò ha consentito di rafforzare le linee di attività di RAISE attraverso nuove prospettive di sviluppo con una richiesta crescente di trasferire i risultati dell’ecosistema ligure in nuovi e stimolanti contesti.

Scopri di più e consulta i dettagli dei bandi nella pagina dedicata.

Musei digitali e generazione Z alla Digital Week 2025: il progetto RAISE e CHANGES a dialogo su design, storytelling, robotica, AI e public engagement

Il 2 ottobre, presso uno degli spazi culturali più iconici ed innovativi di Milano, Fabbrica del Vapore, è stato presentato il libro “Musei Digitali e Generazione Z. Nuove sfide per nuovi pubblici”, curato da Elisa Bonacini (UniBa, CHANGES).

L’evento è stata un’occasione di dialogo tra varie esperte di patrimonio culturale digitale: Patrizia Schettino (CNR-IAS, RAISE, Spoke 5), autrice di un capitolo del libro, Adriana Ferrari (ETT, Spoke 5), che ha moderato l’incontro, Eva Degl’Innocenti (Directrice des Patrimoines de la Direction Générale Adjointe Culture et Patrimoine, Métropole Nice Côte d’Azur) e Maria Fratelli (Dirigente dell’Unità Progetti Speciali e Fabbrica del Vapore del Comune di Milano, direttore del CASVA, di Casa della Memoria, di Fabbrica del Vapore).

Maria Fratelli ha introdotto l’evento, soffermandosi sull’importanza di riflettere sull’uso delle tecnologie nei musei, in occasione della Milano Digital Week 2025, in un luogo come Fabbrica del Vapore, che cerca di coinvolgere tutte le comunità, con particolare attenzione ai giovani.

Elisa Bonacini ha raccontato i risultati di un’ indagine di benchmarking, condotta in modalità partecipativa con studenti e studentesse dell’Università di Bari, su 30 siti web e social di musei: da tale ricerca sono emersi punti di forza e di debolezza nella strategia web di queste istituzioni culturali.

Patrizia Schettino ha sintetizzato il tema del contributo dello user experience design e user experience research nella progettazione di siti web dei musei. Ha poi presentato uno strumento di ux research, la user journey, per descrivere l’esperienza di una studentessa ventenne in un luogo della cultura lombardo, mettendo in evidenza l’importanza per questa giovane di andare al museo per divertirsi e per socializzare, anche grazie ad app, installazioni immersive e video giochi.

Eva Degl’Innocenti ha fatto riferimento alla sua esperienza di progetti in cui ha utilizzato vari strumenti per coinvolgere il pubblico, nei diversi musei che ha diretto, in particolare soffermandosi sul Museo Archeologico Nazionale MarTa di Taranto, uno dei primi in Italia a realizzare un videogioco.

Musei digitali e generazione Z, un'occasione di dialogo tra RAISE e CHANGES alla Digital Week di Milano

Patrizia Schettino e Adriana Ferrari hanno poi insieme presentato il video EXPOsing RAISE, come esempio di artefatto comunicativo, pensato anche per un pubblico giovane e famiglie, prevalentemente giapponese, nel contesto dell’EXPO Internazionale 2025 di Osaka.

In questo video, ma anche nel precedente del RAISE Cube per il Festival della Scienza a Genova, nel porticato di Palazzo Ducale, i due robot R1 e Pepper sono state le guide e le voci narranti (con audio o con sottotitoli) in un viaggio all’interno dell’ecosistema ligure dell’innovazione RAISE. La robotica applicata ad eventi e beni culturali è anche uno dei temi affrontati nel libro Musei digitali e generazione Z, offrendo un’ulteriore possibilità di confronto tra RAISE e CHANGES.

Eva degl’Innocenti ha presentato altre due esperienze presso i Musei Civici di Bologna, come esempi di progetto all’interno di un museo di arte medievale e come sperimentazione di co-creazione con il tessuto associativo locale, in ottica queer, sempre finalizzati all’inclusione, soprattutto dei giovani, e con il supporto delle tecnologie.

Elisa Bonacini ha raccontato un progetto di digital storytelling, su Bari degli anni ’60, evidenziando il coinvolgimenti di più generazione nell’uso di archivi fotografici personali di famiglia.

Maria Fratelli ha chiuso l’evento, ponendo al centro il tema dell’incontro: il museo come luogo dove le persone possono sì usare le tecnologie, ma soprattutto non essere sole e fare nuovi incontri. Le tecnologie quindi, anziché isolare, potrebbero facilitare o essere di supporto alla fisicità che poi avviene in presenza, nel museo.
La direttrice ha evidenziato il tempo che i giovani passano davanti ad uno schermo e la necessità per i musei di essere presenti nelle stanze digitali per incontrare il nuovo pubblico, ma poi invitarlo all’interno di un luogo con oggetti e attività di loro interesse, come uno spazio museale che sa accogliere ed includere i diversi pubblici.

L’evento è stato un intenso e arricchente momento di dialogo, dove si sono intrecciate le tematiche di RAISE e quelle di CHANGES, su una tecnologia che è supporto alla qualità della visita, anche nel contesto museale e in generale di fruizione dei beni culturali.

RAISE: eccellenza italiana in robotica e intelligenza artificiale

Negli ultimi anni, il progetto RAISE ha trasformato il panorama italiano della robotica e dell’intelligenza artificiale, unendo ricerca, formazione e innovazione in un ecosistema dinamico e internazionale. Grazie a progetti innovativi in sanità, ambiente, porti intelligenti e mobilità urbana, RAISE ha dimostrato come competenze multidisciplinari possano generare soluzioni innovative con un impatto reale sul territorio nazionale.

Il progetto ha coinvolto 304 professionisti, con una composizione equilibrata di genere (43% donne) e un’età media di 34 anni; il 18% dei professionisti coinvolti proviene da 22 Paesi esteri, a conferma di un ecosistema inclusivo e aperto alle collaborazioni internazionali.

Il programma di formazione ha raggiunto oltre 3.300 partecipanti, tra studenti, docenti, ricercatori e professionisti, consolidando la diffusione di competenze avanzate e l’adozione di tecnologie emergenti.

RAISE ha sviluppato 172 soluzioni innovative distribuite tra Internet of Things, Intelligenza Artificiale, Robotica e Big Data, con progetti sanitari all’avanguardia che includono 9 studi clinici in corso, 4 in fase di avvio, 4 presentati al comitato etico e 11 in preparazione.

Le attività di comunicazione e divulgazione hanno raggiunto un vasto pubblico, con eventi, conferenze e pubblicazioni che hanno coinvolto complessivamente 15.000 partecipanti.

Il programma di mentorship ha rappresentato un elemento chiave: 24 team di ricerca supportati da 62 mentor ed esperti hanno accompagnato oltre 300 beneficiari, mentre la Community Development Platform ha creato collegamenti strategici tra 169 organizzazioni, tra imprese, università, enti pubblici e start-up.

I bandi a cascata hanno permesso la nascita di 50 progetti, con un investimento complessivo di 24 milioni di euro, coinvolgendo 104 imprese e 26 enti pubblici, contribuendo a rafforzare l’innovazione tecnologica in Italia.

Pur avendo sede in Liguria, l’impatto di RAISE si estende in tutta Italia, con attività attive in Lombardia, Toscana, Lazio, Umbria, Marche, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, consolidando il progetto come punto di riferimento nazionale per ricerca, formazione e innovazione in robotica e intelligenza artificiale.

“Questi numeri raccontano più di semplici risultati: rappresentano l’impatto reale che RAISE sta generando sul territorio, nella ricerca e nella società – afferma Cristina Battaglia, Programme Manager RAISE – Dalla formazione alla sperimentazione clinica, dal trasferimento tecnologico all’internazionalizzazione, ogni dato riflette la forza di un ecosistema nazionale collaborativo e orientato al futuro”.

Maggiori informazioni a questo link.

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