RAISE al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma

Dal 15 al 17 novembre 2024, presso l’iconico MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, uno dei principali musei italiani dedicati all’arte contemporanea, progettato dall’architetto Zaha Hadid, si è svolto l’evento conclusivo della mostra digitale RAISE The Future.

Dal 28 settembre al 1 dicembre, RAISE The Future propone, come parte nella rassegna ROMA FOTOGRAFIA – FUTURE, una serie di immagini digitali co-create con AI e ispirate ai progetti e attività di ricerca in corso all’interno dell’ecosistema RAISE.

Un modo unico ed innovativo di divulgare gli scenari d’uso delle tecnologie, i nuovi servizi digitali, le innovazioni di RAISE. In quattro periodi, sono state realizzate e presentate, in sei dei più prestigiosi musei di Roma e all’Aeroporto di Fiumicino, 52 immagini co-create dal CNR con il team di Comunicazione di RAISE (Spoke 5) utilizzando lo strumento di intelligenza artificiale Midjourney.

Nello spazio Corner, antistante l’ingresso principale del museo, sono state esposte tutte le 52 immagini digitali, sui temi della città intelligente e inclusiva, della cura dell’ambiente con l’eco-robotica, della sanità personalizzata e assistita con la tecnologia e del porto smart. Inoltre, il team di Comunicazione ha realizzato con CNR-ITD un video ad hoc, per presentare il “backstage” della co-creazione di immagini con strumenti di AI, mostrandone le potenzialità, ma anche il contributo fondamentale dell’immaginazione e della creatività umana. Lo spazio è stato allestito con la scenografia dei quattro temi principali di RAISE e si sono alternati su tre giorni, ricercatori e ricercatrici, tecnologi e tecnologhe per presentare, alcune delle attività in corso all’interno di RAISE e alcuni dei risultati raggiunti con dimostrazioni pratiche.

Marco Faimali, direttore di CNR-IAS, coordinatore dello Spoke 3 di RAISE, ha accolto le scuole nel primo giorno dell’evento, con una presentazione volta a mostrare come, partendo dagli scenari fotografici, sono già stati raggiunti importanti risultati, documentati con il supporto di brevi video.

L’evento ha attratto 1346 persone, con un picco di presenze la domenica mattina (oltre 200 nelle prime due ore di apertura), che hanno molto apprezzato le immagini realizzate per RAISE The Future in parte disponibili anche come cartoline stampate. I numerosi visitatori e visitatrici, di varie età, sono stati inoltre coinvolti in modo attivo nelle dimostrazioni da parte dei ricercatori e ricercatrici di RAISE e hanno potuto porre direttamente domande sulle attività presentate.

In particolare, i visitatori hanno potuto provare dei sensori indossabili, su sedute o posti anche all’interno di un vasetto di crema spalmabile (per misurare la forza muscolare di chi lo apre) e conoscere alcune delle attività in corso nell’ambito degli ambienti intelligenti applicati alla salute personalizzata (Spoke 2).
Le persone in visita hanno potuto toccare con mano strumenti che consentono ai cittadini di fare campionamenti, anche andando in barca o facendo un’immersione (“citizen science”, ETT, Spoke 3),vedere “dal vivo” i balani e conoscere come vengono studiati dalle persone di RAISE, con il supporto di immagini analizzate con algoritmi di intelligenza artificiale , in attività di monitoraggio ambientale (Spoke 3), comprendere come anche un sismografo possa essere impiegato per proteggere le coste da eventi estremi (early warning, Spoke 3) ed essere informati su innovative soluzioni di reti wifi e di sensori utilizzati nell’ambito dell’eco-robotica (WSense, Spoke 3). Sono state, inoltre, approfondite alcune tematiche legate alla sicurezza e alla gestione della logistica portuale, grazie alle demo sull’uso dei droni per individuare materiali radioattivi sulle navi in arrivo nei porti. La società AiTek ha presentato soluzioni dedicate al mondo della logistica portuale, basate su avanzate tecniche di AI che rendono più sicure ed efficienti le procedure di gate in/gate out presso terminal portuali e hub logistici (Spoke 4).

Il pubblico ha potuto inoltre vedere i contenuti di quello che al Festival della Scienza è stato presentato all’interno del RAISE Cube: 12 modelli 3D di RAISE, raccontati in modo coinvolgente da due robot umanoidi, ovvero Pepper ed R1.

Maria Cristina Valeri, presidente dell’associazione Roma Fotografia, che ha organizzato ROMA FOTOGRAFIA – FUTURE, ha espresso grande soddisfazione per il successo dell’evento presso il MAXXI, auspicando un proseguimento della collaborazione con RAISE per altre attività di comunicazione e public engagement.

Le foto della mostra digitale RAISE The Future saranno esposte fino al 1 dicembre 2024 a Roma, nei sei musei scelti e nell’aeroporto di Fiumicino. Il catalogo è consultabile online.

Si ringrazia in modo particolare ETT per l’allestimento e il supporto nella presentazione dei progetti.

I progetti degli Spoke di RAISE allo stand IIT alla conferenza Humanoids 2024

Dal 22 al 24 novembre 2024 si è tenuta a Nancy, in Francia, la IEEE-RAS International Conference on Humanoid Robots (Humanoids 2024). Questo evento di rilievo internazionale ha accolto contributi scientifici, proposte di workshop e tutorial nel campo della robotica umanoide, accompagnati da una vasta esposizione industriale e attività divulgative rivolte al pubblico. Le principali iniziative comprendevano dimostrazioni tecnologiche di più di trenta espositori, competizioni robotiche e un dibattito sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella robotica cognitiva.

L’Istituto Italiano di Tecnologia ha allestito a Humanoids 2024 uno stand espositivo dove diversi gruppi di ricerca hanno potuto presentare i risultati avanzati e le applicazioni innovative sviluppate all’interno dell’ecosistema RAISE: tutti gli Spoke hanno così avuto l’opportunità di mostrare le proprie tecnologie, contribuendo alla conferenza con dimostrazioni dal vivo e presentazioni interattive.

Linda Lastrico, rappresentante dello Spoke 1, ha introdotto il dispositivo aptico iCube, progettato per lo studio della manipolazione tattile con applicazioni nel campo della riabilitazione, in linea con le ricerche promosse da RAISE.

Ettore Landini, Francesco Brand e Leonardo Gori, dello Spoke 2, hanno presentato gli sviluppi del robot umanoide R1, con particolare attenzione alle sue capacità di percezione e interazione. Le nuove braccia del robot, insieme alla capacità di riconoscere e rispondere a gesti umani, hanno sottolineato i progressi sia a livello hardware che software.

Lo Spoke 3 ha visto la partecipazione di Angelo Bratta, Chengjin Du e Anderson Brazil Nardin, che hanno contribuito con due dimostrazioni innovative. Bratta ha presentato VERO, un robot quadrupede equipaggiato con un sistema di raccolta sottovuoto per la gestione dei rifiuti, come mozziconi di sigaretta. Durante la conferenza, VERO ha eseguito dimostrazioni dal vivo, raccogliendo mozziconi posizionati a terra, evidenziando applicazioni pratiche per la sostenibilità ambientale. Chengjin Du e Anderson Brazil Nardin hanno invece esibito il SoftMag Gripper, un dispositivo innovativo per la manipolazione di frutti e la valutazione della maturazione. Grazie ai sensori tattili magnetici integrati, il sistema è stato progettato per applicazioni nell’industria alimentare e robotica morbida. I visitatori hanno potuto interagire con il dispositivo attraverso dimostrazioni pratiche e video esplicativi.

Per lo Spoke 4, Giovanni Rosato, Mattia Poggiani e Cristiano Petrocelli hanno presentato AlterEgo, un robot guida attualmente testato presso il museo Galata di Genova. Grazie alla collaborazione con l’Università di Genova, AlterEgo si distingue per la sua capacità di interagire autonomamente con i visitatori, mostrando così il potenziale dei robot sociali come guide culturali. Il gruppo ha inoltre mostrato due significativi aggiornamenti di un altro robot, il robot umanoide R1: le nuove braccia robotiche, progettate per interazioni più precise con l’ambiente, e un software avanzato capace di riconoscere un set specifico di azioni umane. In particolare, il robot ha risposto a gesti come il saluto o la stretta di mano, dimostrando progressi nelle interazioni non verbali. Inoltre, sempre per Spoke 4, Luca Garello ha introdotto il robot iCubHead, un sistema dotato di un’architettura cognitiva per l’apprendimento autonomo e la percezione multimodale. Il robot, capace di utilizzare informazioni audio e video, costruiva una memoria a lungo termine degli eventi e delle interazioni avute durante l’esposizione, evidenziando capacità avanzate di riconoscimento di visitatori ed eventi ricorrenti. 

La partecipazione alla conferenza Humanoids 2024 ha rappresentato un’occasione cruciale per promuovere le tecnologie sviluppate nell’ambito del progetto RAISE e rafforzare il dialogo con la comunità scientifica internazionale. Il successo dello stand IIT e delle dimostrazioni presentate ha sottolineato l’importanza della sinergia tra ricerca avanzata, applicazioni pratiche e impatto sociale, elementi cardine del progetto RAISE.

RAISE Cube: l’istallazione corale dei risultati di RAISE per il RAISE Village 2024

Il cubo immersivo “The RAISE Cube” ha introdotto al RAISE Village del Festival della Scienza 2024, nel porticato di Palazzo Ducale a Genova.

Si tratta di un’istallazione che, attraverso multi-proiezioni a tutta parete e senza soluzione di continuità, mette il visitatore in connessione emozionale con i contenuti, attraverso video spettacolari e ritmati.

La combinazione di video, foto e grafica d’impatto sintetizza alcuni dei risultati di RAISE, attraverso il racconto di due robot umanoidi, Pepper e R1, in poco più di 3 minuti.

Il visitatore può vedere 12 modelli 3D, in diverse fasi di sviluppo, dalla nuvola di punti al modello finito, utilizzati nei vari ambiti tematici dell’ecosistema.

Pepper ed R1 sono impiegati in veste di attori: hanno, quindi, recitato una sceneggiatura, scritta da Patrizia Schettino (CNR-IAS, Spoke 5) ed Adriana Ferrari (ETT, Spoke 5), per offrire ai visitatori un racconto emozionante e stimolante e per incuriosire verso i contenuti dell’ecosistema dell’innovazione RAISE. 

Lucrezia Grassi (UniGe, Spoke 2 e 4) ed Ettore Landini (IIT, Spoke 2) hanno colto la sfida di partire dalla sceneggiatura per adattarla alla “recitazione” dei due robot. Come hanno evidenziato entrambi, è stata una opportunità anche per sviluppare un app nuova e per valorizzare le potenzialità dei robot umanoidi in un modo diverso.

Lo sfondo realizzato per le riprese di R1 ha poi una storia molto interessante di riciclo dei materiali: proviene dal magazzino dell’Unità Comunicazione del CNR di Genova, dove è stato 15 anni ed era in realtà un tappeto in PVC, su cui hanno ballato danzatori giapponesi. Grazie alla creatività e operosità dei colleghi del CNR un pezzo di quel tappeto è diventato un perfetto sfondo cinematografico, per riprese in laboratorio.

Andrea Sessarego (Associazione Festival della Scienza, Spoke 5) ha evidenziato come il RAISE Cube sia stato “la porta di accesso” al RAISE Village, essendo anche posizionato in modo strategico proprio vicino all’Info Point.

Il RAISE Cube un’opera corale, realizzata da ETT, in collaborazione con il Team Comunicazione di RAISE e i ricercatori e ricercatrici di RAISE che hanno messo a disposizione robot e modelli 3D.

Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito.

L’incontro tra il pubblico e i robot al RAISE Village

Dal 24 ottobre al 3 novembre, tutte le persone che hanno visitato il RAISE Village, durante il Festival della Scienza, a Palazzo Ducale, hanno potuto fare un’esperienza diretta di interazione con un robot sociale, come Pepper ed R1, e poi con altri robot quadrupedi, cingolati, su ruote.

Il primo incontro è avvenuto già nei porticati di Palazzo Ducale, grazie a RAISE Cube, ambiente immersivo in cui, attraverso una narrazione coinvolgente, piccoli e adulti hanno potuto ascoltare i due robot, che hanno raccontato alcuni dei risultati di RAISE. Pepper ed R1 hanno quindi invitato i visitatori a proseguire il loro viaggio nel mondo di RAISE, tra città smart, salute personalizzata, cura dell’ambiente con l’eco-robotica e il porto intelligente e sostenibile.

Alle Cisterne di Palazzo Ducale, poi, partendo dal giorno 29 con R1, il pubblico ha potuto non solo vedere direttamente il robot sociale che interpreta una mappa e gli oggetti in essi collocata, ma anche porre direttamente delle domande, sia ai ricercatori di IIT (Ettore Landini, Francesco Brand, Misael Gonzalez Almeida) sia al robot. Pepper invece ha incontrato numerosi visitatori nel sabato pomeriggio 1 novembre, nel porticato, con la ricercatrice Lucrezia Grassi (UniGe). Sia R1 che Pepper, robot umanoidi sociali, sono utilizzati in varie tipologie di attività in corso in RAISE, come il dialogo con i pazienti, sia in ambito ospedaliero che domestico (Spoke 2), sia nell’ambito della smart city, per laboratori didattici basati su oggetti (Spoke 1), sua per accoglienza al porto (Spoke 4).

Le demo robotiche sono proseguire nei giorni successivi, con il robot cingolato, con UniGe ed Infosolutions, utilizzato nell’ambito di Spoke 3, ad esempio per analisi ambientali in contesto industriale o in interventi post terremoto in edifici di pregio o in agricoltura, per la potatura invernale.
E poi ancora i visitatori hanno potuto vedere in azione il robot quadrupede Spot, con la ricercatrice Zoe Betta, Marco Tabita, Ali Yousefi, che ha illustrato come il robot sarà utilizzato nel contesto della logistica portuale, risposto a tutte le curiosità dei visitatori in merito, mostrando anche sul momento come il robot possa riconoscere la presenza di persone o oggetti all’interno di una mappa.
I visitatori hanno potuto anche sperimentare la guida con VR del robot ROSbot, con Omotoye Adekoya (Spoke 4) che troverà anche esso impiego nella logistica portuale, in team di mini robot che possono intervenire in squadra per attività legate alla logistica, alla sicurezza e della gestione del porto, in particolare quelle attività più pericolose per l’essere umano e in aree difficilmente raggiungibili.

Alcuni robot sono stati presentati a corner, per Spoke 1, 2 e 4: NAO e Buddy con le ricercatrici Alice Nardelli, Lorenza Saettone, Allegra Bixio, Giulia Berettieri, Francesca Corrao (Spoke 1).
Un approfondimento sulla IA per dare ai robot competenza culturale è stato invece offerto da Ariel Gjaci, Enzo Petrocco (Spoke 1 e 2).
Una panoramica quindi variegata, che ha riscosso un grande apprezzamento da parte del pubblico del RAISE Village, che ha partecipato ponendo varie domande ai ricercatori e ricercatrici e anche direttamente ai robot. E che chi ha voluto anche provare ad abbracciare Pepper o a dargli la mano, anche i più piccoli, in compagnia dei loro genitori.
Una visitatrice, maestra in pensione, in visita al Festival della Scienza e al RAISE Village, ha commentato con grande soddisfazione l’aver potuto per la prima volta parlare direttamente con un robot.

A partire dal RAISE Cube fino al dialogo e all’abbraccio con il robot nelle cisterne e porticato del Ducale, i visitatori sono stati coinvolti in nuove esperienze e hanno potuto informarsi e comprendere di più alcuni dei risultati di RAISE e le attività in corso, grazie alle demo robotiche e all’incontro con le persone che stanno lavorando nell’ecosistema.
In particolare, le persone che contribuito alle demo robotiche e alla presentazione dei robot ai corner, con le attività e risultati di RAISE, sono:
– Zoe Betta, Marco Tabita, Ali Yousefi (Spot, Spoke 4), Omotoye Adekoya (teleoperazione in realtà virtuale di squadre di robot su ruote ROSbot, Spoke 4)
– Lucrezia Grassi (Pepper, Spoke 2 e 4)
– Alice Nardelli, Lorenza Saettone, Allegra Bixio, Giulia Berettieri, Francesca Corrao (NAO, Buddy, Spoke 1)
– Ariel Gjaci, Enzo Petrocco (Intelligenza Artificiale per dare ai robot competenza culturale, Spoke 1 e 2)
– Giovanni Mottola (demo con i droni, con obiettivo finale di monitorare radioattività nei container, Spoke 4)

Ringraziamo i professori responsabili per queste demo e corner con robot e team di ricerca: Carmine Recchiuto (UniGe, Spoke 1, 2, 4) e Antonio Sgorbissa (UniGe, Spoke 2, 3, 4) e Gianni Vercelli (UniGe, Spoke 3).

SMARTcup Liguria 2024: al BIC di Genova la finale della dodicesima edizione

Il 30 ottobre presso l’Incubatore BIC di Genova, si è tenuta la giornata conclusiva della dodicesima edizione di SMARTcup Liguria, il concorso di Regione Liguria ed organizzato da FILSE, vuole premiare idee d’impresa generate da spin-off universitari e start-up imprenditoriali.

La competizione che si svolge in collaborazione con l’Università degli Studi di Genova e l’Associazione PNI Cube, oltreché l’IIT, CNR, Comune di Genova e gli attori (oltre 70) liguri e non solo che animano e supportano il mondo dell’impresa, quest’anno ha visto la partecipazione attiva dell’Ecosistema dell’Innovazione RAISE (Robotics and AI for Socioeconomic Empowerment) che ha premiato le 4 idee di impresa vincitrici per ciascuna delle categorie previste a concorso.

Il premio RAISE, che consiste in un’attività di supporto allo sviluppo di impresa attraverso affiancamento e collaborazione con i partner dell’ecosistema, è stato assegnato a:
Neurotronika – anche vincitrice assoluta – Start-up che si propone di sviluppare neuroprotesi cerebrali innovative per prevenire le crisi epilettiche resistenti ai farmaci. Grazie a una tecnologia all’avanguardia nel campo della neuromodulazione, Neurotronika mira a offrire una vita più godibile e socialmente integrata alle persone malate di questa patologia.
ValoRI – Valorizzazione Ricerca e Ricercatori – Soluzione innovativa che permette di scalare il processo di trasformazione delle ricerche scientifiche in progetti imprenditoriali: grazie all’analisi semantica e alla clusterizzazione delle ricerche non pubblicate, tramite un AI Reasoning Model, ValoRI è in grado di orientare la ricerca verso risultati di impatto, favorendo l’incontro con investitori pubblici o privati.
Antares – Spin-off dell’Istituto Italiano di Tecnologia si propone di decarbonizzare settori come l’industria pesante, la chimica e i trasporti grazie alla produzione di idrogeno verde e altri e-fuel avanzati.
Soberspace AI – Punta a ridurre gli incidenti stradali e a promuovere uno stile di vita più sano: l’app mobile proposta combina tecnologie avanzate come l’edge AI e l’uso di dispositivi indossabili e smartphone per fornire avvisi in tempo reale e suggerimenti per prevenire comportamenti a rischio.

L’iniziativa ha visto gli otto finalisti, selezionati fra i dodici giunti alla conclusione di un percorso che ha coinvolto complessivamente 66 idee imprenditoriali, sfidarsi con il metodo dell’“elevator pitch”, una brevissima presentazione pensata per descrivere a potenziali investitori le qualità del proprio progetto e convincerli ad investire.

I 4 vincitori si sono aggiudicati 6 mesi di ospitalità e di incubazione all’interno del BIC e parteciperanno al Premio Nazionale per l’Innovazione, promosso dalla rete nazionale degli incubatori di impresa universitari (PNICube), in programma a Roma il 5 e 6 dicembre: un’importante vetrina nazionale dove i finalisti liguri si misureranno con quelli delle altre regioni.

Il bilancio della SMARTcup Liguria è molto positivo: vanta ben 518 progetti di impresa sottomessi, 60 dei quali si sono tramutati in imprese che fatturano e creano occupazione in Liguria.

Strategie One Health nel monitoraggio ambientale: biosensori cellulari come sistema di sorveglianza avanzati

L’1 novembre al RAISE Village Maria Giovanna Parisi, Professore associato dell’Università degli studi di Palermo, ha presentato la conferenza dal titolo “Strategie One Health nel monitoraggio ambientale: biosensori cellulari come sistema di sorveglianza avanzati”,

Il monitoraggio dell’inquinamento ambientale richiede dispositivi che siano rapidi, affidabili, economici e di piccole dimensioni. Negli ultimi anni, sono stati proposti diversi approcci innovativi per sviluppare biosensori in grado di rilevare sostanze inquinanti e identificare contaminanti ambientali. Tra questi, i biosensori basati su enzimi, cellule intere, anticorpi, aptameri e DNA, insieme ai sensori biomimetici, rappresentano le ultime frontiere nel campo dei sensori biologici.

Per la progettazione dei biosensori si utilizzano vari principi di rilevazione, come l’amperometria, la conduttometria e la luminescenza. Ciascuno di questi metodi si distingue per velocità, sensibilità, efficienza economica e design, e offre specifici livelli di selettività e limiti di rilevazione, a seconda del componente sensibile utilizzato. I biosensori biomimetici stanno progressivamente guadagnando l’attenzione di ricercatori e utilizzatori, grazie ai loro vantaggi rispetto ai sensori tradizionali.

“Partecipare a un ecosistema come RAISE offre numerosi vantaggi su più livelli. Innanzitutto, ci dà la possibilità di potenziare il nostro know-how scientifico. Come ho accennato durante la presentazione, ci permette di ingegnerizzare i nostri sistemi biologici, rendendoli universali, accessibili a tutti e utili per il monitoraggio ambientale. Questo approccio contribuisce a ridurre l’errore umano nelle fasi di campionamento biologico e nelle semplici operazioni di laboratorio. Dal punto di vista pratico, questo è il primo grande vantaggio. Inoltre, RAISE facilita la collaborazione interdisciplinare e multidisciplinare, creando connessioni tra mondi che, fino a ora, non avevano avuto l’opportunità di interagire. Lo scambio di conoscenze e competenze si rivela particolarmente prezioso, specialmente per chi si sta formando in questo settore, offrendo l’opportunità di fare esperienze nuove in contesti diversi” ha commentato Maria Giovanna Parisi al termine della sua presentazione.

Giocare ed imparare divertendosi, sui sensi, le emozioni e la cura dell’ambiente, nell’area EDU del RAISE Village

Dal 26 ottobre al 31 ottobre, il RAISE Village ha coinvolto visitatori e visitatrici, di ogni età, con laboratori ed attività interattive, nella area EDU.

In particolare, ricercatori e ricercatrici del CNR (Spoke 2 e 3) e di UniGe (Spoke 1) hanno guidato il pubblico, prevalentemente scuole e famiglie, attraverso tre laboratori basati sul gioco:
1. “Neuro games. Un viaggio nel sistema nervoso centrale” (26 e 28 ottobre, di Cristina D’arrigo, Denise Galante, Sara Labbate, CNR-SCITEC)
2. “Catturare le emozioni con la tecnologia” (29 ottobre, di Eleonora Ceccaldi, Casa Paganini – InfoMus, Università degli Studi di Genova – Dipartimento di Informatica Bioingegneria Robotica e Ingegneria dei Sistemi)
3. “Nexus Island. Alla scoperta delle zone costiere” (30 e 31 ottobre, di Giancarlo Bachi e Chiara Santinelli, CNR-IBF, in collaborazione con European Molecular Biology Laboratory).

Nel primo laboratorio, i visitatori sono stati coinvolti in una serie di giochi basati sui cinque sensi e la memoria. Tra scatole misteriose, immagini simili ma diverse, rumori di origine sconosciuta, odori da riconoscere, sapori ed oggetti da individuare attraverso solo il tatto, i visitatori sono stati stimolati a mettere in “gioco” tutti i sensi. Il gioco consente di apprendere divertendosi cosa è e come funziona il sistema nervoso centrale, composto dal cervello e dal midollo spinale, che è il custode delle nostre funzioni cognitive, sensoriali e motorie. Un sistema meraviglioso e complesso, responsabile di una vasta gamma di funzioni, tra cui l’apprendimento, la memoria, il movimento e poi l’elaborazione sensoriale.

Nel secondo laboratorio, è stato possibile esplorare alcune novità nel settore del riconoscimento automatico delle emozioni, a partire da CambiaColore, una tecnologia in cui tramite marcatori posti sul braccio è possibile esprimere emozioni grazie al disegno, fino ad altre tecnologie per la rilevazione automatica dello stato emotivo attraverso la lettura del movimento del corpo e delle espressioni facciali. Giovani e adulti sono sono divertiti a utilizzare un tavolo interattivo per realizzare una sorta di opera collettiva digitale, mentre nel secondo gioco hanno classificato insieme delle emozioni, come positive o negative, giocando con delle card e rispondendo alle domande degli animatori, animatrici, ricercatori e ricercatrici.

Il terzo laboratorio consiste in un gioco di ruolo, in cui i partecipanti hanno simulato di partire per una spedizione scientifica alla scoperta di Nexus Island e degli organismi che la abitano. Tale attività ludica si è svolta muovendosi scalzi su una mappa poggiata sul pavimento e utilizzando della “card” di gioco. Guidati anche dallo storytelling di chi ha condotto il laboratorio, sono stati introdotti degli eventi, che rappresentano una minaccia per la salute del mare e delle persone sull’isola. “Quali sono le cause? Quali le possibili soluzioni? Quali gli strumenti che potranno essere utilizzati per tenere sotto controllo la situazione ed evitare che il problema si ripresenti in futuro?” Come i ricercatori sul campo, i visitatori sono stati invitati a rispondere a queste domande. Maggiori informazioni sul gioco dal sito di European Molecular Biology Laboratory.

Come ha evidenziato Andrea Sessarego (Associazione Festival della Scienza, Spoke 5), questa è una nuova area nel RAISE Village, quindi una novità per l’edizione 2024: il“sold-out” dei tre laboratori, con prenotazioni quindi complete per tutti i giorni, e il flusso continuo di scuole e famiglie in tale area, e sopratutto la partecipazione attiva e divertita dei visitatori, mostrano che quindi il RAISE Village ha saputo coinvolgere il suo pubblico anche attraverso l’esperienza del gioco. I ricercatori e ricercatrici del CNR e di UniGE, che hanno condotto i tre giochi, con il supporto di animatori e animatrici del Festival, hanno espresso grande soddisfazione, sia per la risposta del pubblico, sia per la possibilità di mettersi “in gioco” con i cittadini, presentando in uno modo ludico le loro tematiche di ricerca, come la memoria e i sensi, le emozioni e la cura dell’ambiente.

Finale di FameLab Italia a Genova: vince il talk sugli abissi di Francesco Dattilo

Francesco Dattilo, dottorando in Scienze della Vita all’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste, è il vincitore della finale nazionale di FameLab 2024 che si è svolta domenica 27 ottobre presso il Teatro della Tosse a Genova e che ha visto la partecipazione di ventiquattro ricercatrici e ricercatori provenienti da tutta Italia.

Dattilo è uno studioso della biodiversità del plancton con approcci modellistici teorici e ha portato in gara un recente studio pubblicato su Nature Geoscience di Andrew Sweetman – capo del gruppo di ricerca sull’ecologia dei fondali marini presso la Scottish Association for Marine Science del Regno Unito – sull’equilibrio ecosistemico degli abissi e la produzione di ossigeno da parte di noduli polimetallici, minerali dotati di carica elettrica che tramite l’elettrolisi scindono la struttura molecolare dell’acqua.

“Mi ha appassionato la storia di Sweetman perché è incappato in molti fallimenti e criticità prima arrivare al risultato. Nel video abstract divulgativo appariva come una persona semplice, in tuta, un po’ triste e affaticato, non una persona entusiasta per la pubblicazione, e questo mi ha colpito perché ho visto un’umanità che condivido nel ruolo della scienza” queste le parole del giovane ricercatore dopo aver ricevuto il primo premio assegnato dalla giuria con la seguente motivazione: “per aver presentato con chiarezza e carisma un risultato scientifico molto recente e allo stesso tempo aver evidenziato il famoso ‘trial and error’, come una scoperta può arrivare anche attraverso un fallimento e un’ipotesi sbagliata”.

Al secondo e terzo posto si sono classificate Emine Tasan, dottoranda in medicina traslazionale presso l’Università della Calabria che ha parlato della sfida per bloccare il carcinoma mammario e Martina Coletta, dottoranda presso l’Università di Camerino, che ha fatto scoprire alla platea l’esistenza dei collemboli, coloratissimi artropodi “autori di miracoli” che vivono nella terra di tutti i giardini.

Il premio del pubblico è andato a Annarita De Maio, anche lei ricercatrice presso l’Università della Calabria, ha discusso del lavoro che c’è dietro al click del mouse quando organizziamo i nostri viaggi, soluzioni matematiche per avere percorsi veloci e algoritmi super efficienti.

Francesco Dattilo rappresenterà l’Italia nella finalissima di FameLab International che si svolgerà online il 29 novembre 2024.

L’evento è organizzato da Psiquadro in collaborazione con il Festival della Scienza di Genova, CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche e Cheltenham Science Festival.

RAISE Knowledge Transfer Entrepreneurship Academy: un dialogo aperto tra la ricerca e il mercato

Il 28 ottobre Nicoletta Buratti, Professore Associato in Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Genova, e Maria Carmela Basile, Responsabile dell’Unità Valorizzazione della Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sono intervenute sul palco del RAISE Village con un talk dal titolo “RAISE KNOWLEDGE TRANSFER & ENTREPRENEURSHIP ACADEMY: un dialogo aperto tra la ricerca e il mercato”.

Durante il talk è stato illustrato il progetto Academy di RAISE, un’iniziativa formativa rivolta a tutti i ricercatori dell’Ecosistema, e a tutti i dottorandi interessati, anche fuori RAISE, che desiderano ampliare le proprie conoscenze sui temi del trasferimento tecnologico, della protezione e valorizzazione dei risultati della ricerca, dell’imprenditorialità in ambito deep-tech e della gestione dell’innovazione.

Il percorso formativo, progettato e sviluppato nell’ambito delle attività dello Spoke 5 di RAISE, è finalizzato a rafforzare le competenze per lo sviluppo di idee imprenditoriali e percorsi di trasferimento tecnologico, basati sui risultati della ricerca condotta negli Spoke verticali.

“Credo che sia molto importante parlare di formazione in un contesto come quello del RAISE Village, dentro al Festival della Scienza, perché la formazione è complementare a tutte le attività relative alla valorizzazione della ricerca e al trasferimento tecnologico, che sono oggetto specifico del programma RAISE. Gli economisti ci insegnano che gli investimenti in formazione contribuiscono ad aumentare l’impatto degli investimenti in innovazione: ciò implica che, se vogliamo che l’innovazione, uscendo dal mondo della ricerca, arrivi al mercato con successo, è necessario formare le competenze giuste per valorizzare, trasferire, fare impresa innovativa. Altrettanto importanti però sono le iniziative volte a sensibilizzare gli utenti potenziali dell’innovazione (siano essi imprese o individui) verso i vantaggi offerti dai nuovi prodotti e servizi. L’innovazione, infatti, genera risultati – dal punto di vista economico e sociale – nella misura in cui venga effettivamente interiorizzata tanto nei processi aziendali, quanto nelle abitudini di vita delle persone. Per questo motivo, oltre al progetto Academy che abbiamo presentato oggi, il Training Plan di RAISE prevede altri progetti formativi, orientati verso specifici target all’interno dell’ecosistema regionale, con l’obiettivo di contribuire a formare le competenze necessarie per trasferire, valorizzare, creare impresa e utilizzare l’innovazione” ha commentato Nicoletta Buratti Coordinatrice del RAISE Training Program.

Al Festival della Scienza il “futuro dell’innovazione”

L’edizione 2024 del Festival della Scienza – in programma a Genova fino al 3 novembre 2024 – ha rappresentato, anche quest’anno, un palcoscenico privilegiato per RAISE. Per il secondo anno consecutivo, infatti, i protagonisti e le protagoniste di RAISE hanno riunito istituzioni, stakeholders, studenti, comunità scientifica e il variegato pubblico del Festival nell’incontro “RAISE: verso il futuro dell’innovazione. Risultati e prospettive dell’ecosistema della Liguria”, organizzato nella splendida cornice del Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale venerdì 25 ottobre.

Un momento di confronto che giunge a due anni dall’avvio di RAISE, e che ha permesso di presentare linee di attività e risultati ottenuti sui molteplici fronti in cui il progetto è attivo: robotica, intelligenza artificiale, scienza al servizio delle città, della salute, dell’ambiente e dei porti: moderati dalla Programme Manager di RAISE Cristina Battaglia, si sono alternati sul palco numerosi relatori e relatrici.

In apertura la Presidente di RAISE Barbara Alemanni ha presentato alcuni “numeri” di RAISE, un progetto complessivamente finanziato con 110 milioni di euro che conta su 240 unità di personale, il 43% delle quali sono donne e il 18% stranieri. Personale che è quotidianamente al lavoro per sviluppare nuove tecnologie e soluzioni per migliorare la qualità dell’ambiente, della vita, dei servizi e delle infrastrutture, come testimoniano le 172 soluzioni tecnologiche sviluppate ad oggi – molte delle quali potranno presto avere un potenziale commerciale- cui si aggiungono i clinical trials in preparazione o già avviati. La Presidente ha, inoltre, ricordato i 5 bandi a cascata realizzati (per 24 milioni di euro stanziati, parte dei quali specificatamente rivolti alle regioni del Mezzogiorno), le azioni di outreach portate avanti nel 2024 e già in programma per il 2025 (tra cui la partecipazione Expo Osaka 2025) , e l’importante ruolo della formazione RAISE, con oltre 20 team di ricerca che hanno già preso parte al programma di formazione avanzata sul trasferimento tecnologico “Raise up”. “Ma il nostro domani consisterà nella capacità di vivere oltre il Pnrr”, ha affermato Alemanni in conclusione, ribadendo l’importanza di consolidare i risultati puntando a un rafforzamento del network RAISE, individuando strategie e priorità che permetteranno di andare oltre il termine del progetto.

L’evento è quindi proseguito con un innovativo format che ha visto alternarsi, in interventi della durata di pochi minuti, i capi Spoke di RAISE affiancati da un partner privato e da dai giovani ricercatori e ricercatrici coinvolti.

Per lo Spoke 1 “Tecnologie urbane per un coinvolgimento inclusivo” la coordinatrice Michela Spagnuolo (Cnr-Icmate) aveva al fianco Luca Lagormarsino (Circle Garage) e Linda Lastrico (Ricercatrice RAISE – IIT): hanno illustrato servizi a valore aggiunto per la cittadinanza basati sull’AI testati nell’area dell’Ospedale San Martino di Genova, che semplicemente grazie a uno smartphone potranno facilitare la comunicazione tra la struttura sanitaria e i pazienti su molteplici fronti: ad esempio mettere a disposizione del personale medico informazioni in tempo reale sullo stato di salute dei pazienti, così come rendere disponibili mappe interattive e informazioni utili a chi deve accedere alle strutture, soprattutto se persone disabili / fragili. Obiettivo ultimo è andare verso un’evoluzione del concetto stesso di smart city, come ha ribadito Luca Lagormarsino, tra i fondatori della società spin off di IIT Circle Garage che si pone l’ambizioso obiettivo di creare una “urban data platform” all’interno della quale raccogliere e far interagire dati ad ampio raggio a favore della cittadinanza.

Lorenzo De Michieli (IIT), coordinatore dello Spoke 2 “Assistenza sanitaria personale e remota” ha invitato sul palco il responsabile ricerca e sviluppo di Esaote, Paolo Pellegretti, e Camilla Pierella (Ricercatrice RAISE – UniGe): a loro il compito di illustrare come RAISE permetterà di avere ospedali sempre più digitalizzati e connessi tra loro, e in ultima analisi più efficienti. Proprio la digitalizzazione, infatti, rende possibile l’accesso a macchine diagnostiche a tecnici esterni così velocizzando il processo di esecuzione degli esami e di riscontro. Inoltre, come spiegato da Pierella, le tecnologie che si stanno mettendo a punto adesso sono quelle che permetteranno, in pochi anni, di raggiungere l’obiettivo di una sanità più inclusiva: pensiamo alla possibilità, ad esempio, di utilizzare sensori quali “segnali di controllo” per tenere traccia di diversi parametri di pazienti, monitorarne le cure, facilitare l’interazione tra pazienti e terapisti, anche a distanza.

Con lo Spoke 3 “Protezione e cura dell’ambiente”, si è affrontato il tema di come la robotica potrà migliorare la nostra gestione dell’ambiente: il coordinatore Marco Faimali (Cnr-Ias), con l’amministratore delegato di MYW.AI Fabrizio Cardinali e Marco Macchia (Ricercatore RAISE – UniGe) hanno portato esempi di “ecorobotica” per monitoraggi terrestri, marini, aerei, così come di infrastrutture e beni artistici, tutti temi trattati negli 11 sottoprogetti attualmente attivi nello Spoke. Va in questa direzione anche il progetto “NEPTUNE” (Neural Rendering & Edge AI Platform for 4d synthetic Twins generation during Underwater Navigation & Exploration) della società ligure MYW.AI, che utilizza l’intelligenza artificiale per effettuare una mappatura virtuale del territorio sottomarino comprensiva di dati biologici, morfologici e di biodiversità: una delle aree di testing è l’Area Marina Protetta del Parco di Portofino, in Liguria. Ma il monitoraggio può essere esteso anche ad aree di potenziale rischio, come ha illustrato Marco Macchia presentando la piattaforma “U Space Link”, all’interno della quale è stato realizzato un modello digitale della zona in cui si trova la raffineria Iplom (Busalla, Genova) per monitorare qualità dell’aria e fattori di potenziale rischio per i cittadini che risiedono nell’area.

I porti del futuro, oggetto dello Spoke 4 “Porti intelligenti e sostenibili” ha visto coinvolti il coordinatore Davide Giglio (UniGe) assieme a Massimo Massa (AITEK) e Laura Della Giovanna (Ricercatrice RAISE – UniGe). In questo caso gli esempi presentati hanno spaziato da “robot sociali” in grado di accogliere e orientare cittadini e visitatori, ad esempio nelle marine turistiche, a soluzioni innovative per la logistica e per migliorare l’impatto del porto sulle città. Viene da AITEK, ad esempio, un progetto che sfrutta l’intelligenza artificiale per rilevare in maniera più veloce ed efficiente la presenza di materiali pericolosi nei container, così come di rilevare eventuali danni sui container stessi, così riducendo la necessità di manodopera umana per questo tipo di operazioni. Ma lo Spoke riguarda anche aree turistiche quali le piccole marine: Laura Della Giovanna, ad esempio, ha illustrato il progetto PREC (Port Renewable Energy Community) che mira ad aumentare la sostenibilità di porti e marine creando comunità energetiche che utilizzano fonti energetiche rinnovabili.

Ha concluso la sessione Andrea Pagnin (IIT) coordinatore dello Spoke 5 “Trasferimento di conoscenza e tecnologia” coadiuvato da Nicoletta Buratti (UniGe) e Miriam Molinari (Project Manager RAISE – IIT): il loro intervento era focalizzato sulla cultura dell’innovazione quale mezzo per favorire l’obiettivo di “portare al di fuori del progetto” le tante tecnologie sviluppate. Va in questo senso il progetto di mentoring “Raise up2, che conta già due edizioni al suo attivo, e che ha permesso di offrire una formazione avanzata e qualificata a team selezionati su temi che spaziano dalla tutela della proprietà intellettuale alla stesura di un business plan di successo, al supporto allo sviluppo di tecnologie e al migliore posizionamento sul “mercato dell’innovazione”. Il programma, ha affemato Buratti, è fortemente incentrato sulla figura del ricercatore, offrendo gli strumenti più efficaci per favorire l’attività di valorizzazione dei risultati e trasferimento di know how, ma il programma comprende anche altri target, tra cui dottorandi, studenti delle scuole superiori, docenti, e personale della PA.

La seconda parte della giornata ha messo, invece, a confronto un panel di elevato profilo: Nicoletta Amodio del Consiglio di amministrazione del Cnr, il Rettore dell’Università di Genova Federico Delfino e il Direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia Giorgio Metta. Moderati dal giornalista del Secolo XIX Francesco Margiocco, hanno dialogato ad ampio raggio sulla situazione della ricerca nel nostro Paese e, in particolare, sul “futuro” dell’ecosistema RAISE. La necessità di aumentare gli investimenti nazionali in ricerca è stata unanimemente ribadita: il Rettore Delfino, commentando i progressivi tagli al fondo di finanziamento ordinario delle Università, ha proposto la creazione di piattaforme nazionali nelle quali capitalizzare e valorizzare gli investimenti: l’avvio di grandi collaborazioni e partnership, così come programmi di TT che permettano di aumentare le entrate da parte dei privati, potrebbero, infatti, “bilanciare” la situazione attuale e favorire una maggiore competitività del nostro Paese.
A questo proposito, Amodio ha ricordato come negli ultimi 10 anni gli investimenti in ricerca da parte di soggetti privati siano raddoppiati, e come il Pnrr – con la sua forte interazione pubblico-privato, e la capacità di mettere insieme trasversalmente ricercatori e ricercatrici su temi diversi- sia un modello virtuoso da mantenere: “Il Pnrr ha immesso molte risorse nel sistema, ma soprattutto ha favorito un cambio di paradigma, un modo di lavorare in sinergia che potrebbe rappresentare un nuovo modello italiano”, ha affermato.
Il Direttore scientifico dell’IIT Giorgio Metta ha ricordato come in Italia la ricerca sia finanziata prevalentemente con fondi pubblici, mentre in altri Paesi – uno per tutti gli USA- il rapporto è invertito: attirare capitali dal mondo privato pone anche un discorso importante relativo al rischio, sul quale in Italia c’è ancora scarsa sensibilità. Ha poi ribadito come la sfida di RAISE consisterà, in futuro, nello sviluppo delle varie applicazioni e tecnologie progettate: “Il progetto finora ha messo insieme le menti più brillanti nella progettazione di un futuro basato su robotica e AI, ma poi entra in gioco tutto ciò che è relativo alla progettazione meccanica, di hardware e software: sapremo sopravvivere al Pnrr quanto più saremo in grado di diventare protagonisti dello sviluppo applicativo dei risultati RAISE”.

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