Distribuzione automatizzata di biostimolanti in vigneto: ecorobotica e ricerca agronomica nell’ambito di Spoke 3

Nell’estate 2025 è stata condotta una sperimentazione in vigneto nell’ambito del progetto PNRR RAISE, con l’obiettivo di integrare soluzioni di robotica autonoma, sensoristica IoT e ricerca agronomica per la viticoltura di precisione.

Il rover autonomo MOLIRIS, sviluppato da Info Solution e messo a disposizione a titolo gratuito per questa attività di sperimentazione agronomica, si è mosso tra i filari in completa autonomia distribuendo in maniera controllata un biostimolante innovativo.

Quest’ultimo è stato sviluppato dal Laboratorio di micologia dell’Università di Genova a partire da microrganismi isolati direttamente dal suolo della vigna, con lo scopo di favorire la crescita delle piante e aumentarne la resilienza a patogeni e agli effetti del cambiamento climatico. Il prodotto finito risulta essere a impatto biologico zero. L’uso di microrganismi autoctoni fornisce un mezzo naturale e sostenibile per stimolare la crescita delle colture. L’elevata concentrazione microbica, combinata con un processo di produzione su misura, garantisce la massima efficacia per l’area target.

Accanto a questa attività, il Laboratorio di Reti Multimediali del DITEN dell’Università di Genova ha progettato e installato una rete di nodi sensori basata sul paradigma dell’Internet of Things (IoT), in grado di monitorare in tempo reale i parametri ambientali e le proprietà chimico-fisiche del suolo. I dati raccolti costituiscono un supporto fondamentale per valutare l’efficacia dei trattamenti e per correlare le condizioni pedoclimatiche agli effetti dei biostimolanti sulla vite.

Il rover MOLIRIS, grazie al sistema di navigazione autonoma sviluppato da Info Solution, ha dimostrato di poter operare in sicurezza tra i filari, garantendo un’erogazione mirata e ripetibile del trattamento.

Distribuzione automatizzata di biostimolanti in vigneto: ecorobotica e ricerca agronomica nell’ambito di Spoke 3
Autore (frame da video): Marco Penco (Info Solution, Spoke 3) | Crediti: UniGe e RAISE

La combinazione di robotica avanzata, biotecnologie e sensoristica ambientale rappresenta un approccio multidisciplinare in linea con la missione dello Spoke 3, dedicato a soluzioni di ecorobotica e agricoltura sostenibile.

Questa sperimentazione costituisce un passo concreto verso una viticoltura 4.0 grazie all’ecorobotica, capace di integrare tecnologie innovative per migliorare produttività, qualità e sostenibilità.

Un ringraziamento speciale va all’azienda vitivinicola Durin, che ha ospitato il test nei propri vigneti e reso possibile lo svolgimento delle attività.

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Autore (frame da video): Marco Penco (Info Solution, Spoke 3)
Crediti: UniGe e RAISE

I tesori sommersi della Sicilia negli USA: tecnologia e cultura al servizio del patrimonio archeologico subacqueo

Dalle profondità del relitto di Capistello a Lipari, nelle Isole Eolie, ai musei statunitensi: il progetto NEPTUNE™, selezionato e finanziato attraverso un bando dell’ecosistema RAISE, rappresenta un’eccellenza nell’archeologia subacquea, combinando innovazione tecnologica e valorizzazione culturale dei fondali siciliani.

La mostra “Sunken Treasures, Ancient Seas” è approdata negli Stati Uniti in due tappe: dal 4 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026 al Museo Fernbank di Atlanta e, da gennaio a maggio 2026, al Museo di Storia di Mobile, Alabama. L’esposizione offre al pubblico americano un’esperienza immersiva tra antichi relitti, reperti archeologici e testimonianze storiche, integrando tecnologie innovative e storytelling multimediale, per far “viaggiare virtualmente” i visitatori sotto la superficie dei mari siciliani.

Il progetto NEPTUNE™ – coordinato dalla startup ligure Mywai S.r.l. con i partner Ubica S.r.l., Immersea S.r.l., Next Vision S.r.l. e Istituto Italiano Saldatura e il supporto della Regione Siciliana – Soprintendenza del Mare, del Ministero dell’Ambiente – Area Marina Protetta di Portofino e di OceanHis – dimostra come tecnologia, ricerca e valorizzazione culturale possano rendere i tesori sommersi della Sicilia accessibili e fruibili a livello internazionale.

L’ecosistema ligure dell’innovazione RAISE è stato finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) con l’investimento 1.5 (M4C2) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che ha previsto la creazione e il rafforzamento di ecosistemi dell’innovazione su aree di specializzazione tecnologia coerenti con le vocazioni industriali e di ricerca del territorio di riferimento, promuovendo e rafforzando la collaborazione tra il sistema della ricerca, il sistema produttivo e le istituzioni territoriali. Vi partecipano 27 partner nel mondo accademico e della ricerca, istituzioni e imprese, coordinati da Università degli Studi di Genova (UNIGE), Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e Istituto Italiano di Tecnologia (ITT).

Le attività operative del progetto NEPTUNE™ si sono svolte a Lipari, nelle Isole Eolie, sul celebre relitto di Capistello, nave oneraria del IV secolo a.C, e le immersioni tecnico-scientifiche sono state condotte con l’ausilio di innovativi sistemi di propulsione subacquea, sviluppati per garantire un’elevata precisione nella localizzazione dei dati raccolti anche in assenza di riferimenti GPS. Il tracciamento è stato integrato con una telecamera 8K a tenuta stagna, montata sul veicolo e in grado di acquisire immagini ad altissima risoluzione del sito, e con una sonda multiparametrica OceanHis, incaricata di monitorare in continuo i parametri ambientali fondamentali quali temperatura, salinità, pH e conducibilità.

Grazie al sistema NEPTUNE™, è stato possibile creare modelli digitali 3D dei relitti, integrare dati ottici, ambientali e di navigazione, e identificare automaticamente oggetti e anomalie tramite intelligenza artificiale. Questo approccio ha permesso un monitoraggio predittivo del sito e una gestione dinamica del patrimonio sommerso.

Tra i reperti esposti figurano: Rostri della battaglia delle Egadi, Elmi rinvenuti nei fondali di Levanzo, Lingotti in piombo da Capo Passero, Monete puniche di Pantelleria, Lingotti in oricalco di Gela, Anfore da Cala Minnola, Ceramiche a vernice nera del relitto di Capistello, Reperti dal relitto Panarea III individuato a 114 metri di profondità, Stoviglie e gioielli del relitto di Scauri, a Pantelleria e manufatti provenienti da Marsala, Mazara del Vallo, Trapani, San Vito Lo Capo, Marausa e Petrosino.

I reperti esposti sono stati concessi grazie alla collaborazione tra diversi enti: la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, il Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, il Parco Lilibeo di Marsala, l’Associazione museo del mare e della navigazione siciliana “Florio” e il Museo nazionale delle attività subacquee di Ravenna – The historical diving society.

Una sezione speciale della mostra è dedicata alla nascita della subacquea moderna e allo sviluppo dell’archeologia subacquea in Italia, grazie alla collaborazione con la Historical Diving Society – Museo nazionale delle attività subacquee di Ravenna, che espone strumenti e attrezzature d’epoca dei pionieri della disciplina.

Ferdinando Maurici, Soprintendente del Mare – Regione Siciliana, sottolinea: “Un’occasione straordinaria per far conoscere millenni di storia del Mediterraneo al pubblico americano, valorizzando tecnologie all’avanguardia per la protezione dei nostri beni culturali sommersi.”
Francesco Paolo Scarpinato, Assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana – Regione Siciliana, aggiunge: “La mostra permette di raccontare la storia antica del Mediterraneo e di offrire una nuova lettura dell’archeologia subacquea grazie all’integrazione tra ricerca scientifica e innovazione tecnologica.”

Cristina Battaglia, Programme manager di RAISE, afferma: “Una straordinaria opportunità di valorizzare oltre i confini del nostro paese, i risultati dell’ecosistema RAISE ottenuti grazie alla collaborazione tra imprese, organismi di ricerca e istituzioni locali.”
Marco Faimali, Coordinatore dello Spoke “Protezione e cura dell’ambiente” di RAISE, dichiara: “Un esempio significativo di come l’ecorobotica marina sviluppata dal progetto RAISE possa permettere di esportare oltre confine anche la storia e la cultura sommersa del nostro paese.”

AquaSense di Spoke 3: un nuovo sensore per valutare la qualità delle acque costiere

Nel Golfo del Tigullio, tra Portofino e Santa Margherita Ligure, un team di ricerca dell’Istituto di Biofisica (CNR-IBF) ha effettuato i primi test operativi di un innovativo sensore a fluorescenza progettato per misurare la sostanza organica nell’acqua di mare.

Il sensore è stato sviluppato nell’ambito dello Spoke 3 del progetto RAISE in collaborazione con l’azienda Dielectrik S.r.l., e rappresenta un importante passo avanti nel controllo della qualità delle acque costiere.

Le molecole organiche rilevate dal sensore possono avere origine naturale e antropica e la loro concentrazione è il risultato di tutti i processi biologici che avvengono in mare, possono essere quindi considerate un indicatore sintetico della qualità dell’acqua e della salute dell’ecosistema costiero.

Il test sul campo è stato realizzato in collaborazione con il gruppo di ricerca del Prof. Paolo Povero del DISTAV dell’Università di Genova. Durante la navigazione nel Golfo del Tigullio, il sensore ha raccolto dati in tempo reale, successivamente confrontati con campioni d’acqua prelevati per analisi di laboratorio.

La scelta di Santa Margherita Ligure non è casuale: l’area ospita un sito LTER (Long Term Ecological Research) situato all’interno di un’area marina protetta studiata da anni dall’Università di Genova. È inoltre un ambiente particolarmente dinamico, influenzato da diversi “input” di sostanza organica provenienti dal vicino fiume Entella, dai piccoli porti, dagli impianti di acquacoltura di Lavagna e dagli scarichi urbani.

L’obiettivo di questo primo test operativo è verificare le prestazioni del sensore in condizioni reali e integrare le misure ottenute con altri parametri chimici, fisici, biologici e satellitari. Tutti questi dati verranno poi convogliati su piattaforme che utilizzano l’intelligenza artificiale sviluppate nell’ambito del progetto RAISE, in modo da creare sistemi di allerta precoce per la tutela e la gestione sostenibile dell’ambiente costiero.

Questo test rappresenta un primo passo verso una tecnologia al servizio dell’ambiente costiero nell’ambito dell’ecorobotica marina.

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Autore della foto (frame da video): Bluframe e RAISE
Crediti: RAISE

VERO, il robot di RAISE protagonista a Ecomondo 2025

Dal 4 al 7 novembre 2025, la Fiera di Rimini ha ospitato la ventottesima edizione di Ecomondo – The Green Technology Expo, il principale evento europeo dedicato alla transizione ecologica e all’economia circolare.

In questo contesto, RAISE ha presentato VERO, un robot sviluppato dallo Spoke 3 dell’Ecosistema, che ha attirato l’attenzione di visitatori e addetti ai lavori grazie alle sue capacità innovative e alla visione di un futuro in cui la tecnologia sostiene l’ambiente e le persone.

VERO (Vacuum-cleaner Equipped RObot) è stato sviluppato dal gruppo Dynamic Legged Systems (DLS) dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), coordinato da Claudio Semini. I ricercatori Angelo Bratta e Gabriel Fischer Abati, in rappresentanza dello Spoke 3 di RAISE, hanno presentato al pubblico e agli esperti del settore questo sistema robotico all’avanguardia, frutto di anni di ricerca e sperimentazione nell’ambito della robotica mobile e dell’intelligenza artificiale.

Progettato per collaborare con l’uomo nella raccolta e rimozione dei rifiuti, VERO combina agilità, autonomia e intelligenza percettiva. La sua struttura dinamica e la capacità di adattarsi a diversi contesti operativi lo rendono un alleato prezioso nelle attività di pulizia in ambienti complessi, urbani e naturali. Integrando sensori avanzati e algoritmi di machine learning, il robot è in grado di riconoscere oggetti e ostacoli, pianificare percorsi efficienti e interagire in modo sicuro con gli operatori umani.

Durante le giornate di Ecomondo, VERO ha mostrato al pubblico il potenziale della robotica applicata alla sostenibilità ambientale, dimostrando come la sinergia tra intelligenza artificiale e design bio-ispirato possa favorire una gestione più efficiente dei rifiuti e contribuire alla tutela del territorio. Il progetto si inserisce nelle attività dello Spoke 3 di RAISE, dedicato allo sviluppo di robot per la cura dell’ambiente e il benessere sociale, e riflette la filosofia dell’Ecosistema: unire eccellenza scientifica, trasferimento tecnologico e impatto positivo sulla società.

Angelo Bratta ha sottolineato come l’approccio di RAISE favorisca la creazione di tecnologie collaborative e responsabili, capaci di rispondere alle sfide della transizione ecologica attraverso soluzioni concrete e misurabili. La partecipazione a Ecomondo ha offerto un’occasione per condividere risultati, aprire nuovi dialoghi e rafforzare le reti tra ricerca, industria e istituzioni, in un ambiente che ogni anno si conferma punto di riferimento internazionale per la green economy e l’innovazione sostenibile.

Con oltre ventotto anni di storia, Ecomondo rappresenta un laboratorio di idee e un luogo d’incontro tra discipline, esperienze e visioni. L’edizione 2025 ha consolidato il ruolo dell’Italia come polo strategico dell’innovazione ambientale in Europa, riunendo aziende, start-up, ricercatori e decisori politici per discutere soluzioni che coniughino progresso e responsabilità.

In questo scenario, la presenza di VERO ha offerto un esempio concreto di come la robotica possa agire da catalizzatore per l’economia circolare, trasformando la tecnologia in uno strumento di cura e rigenerazione del pianeta.

TEC-SOS ha portato il mare al centro dell’innovazione

L’8 ottobre 2025, l’Università degli Studi di Palermo ha ospitato l’evento conclusivo del progetto TEC-SOS – Sustainable Technologies for Monitoring in Marine Protected Areas of the Lower Tyrrhenian Sea, un’iniziativa inserita nell’ecosistema dell’innovazione RAISE (Robotics and AI for Socio-Economic Empowerment).

Il progetto ha unito ricerca scientifica, tecnologia e partecipazione civica per sviluppare e sperimentare soluzioni avanzate dedicate al monitoraggio e alla tutela degli ecosistemi marini.

La giornata si è svolta presso il Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare (DiSTeM) dell’Ateneo palermitano e ha coinvolto ricercatori, studenti, operatori del settore, rappresentanti istituzionali e cittadini. Il Rettore Massimo Midiri, il Prorettore alla Ricerca Andrea Pace e il Direttore del DiSTeM Attilio Sulli hanno aperto i lavori con i saluti istituzionali, sottolineando il valore strategico di iniziative che intrecciano innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale.

Nel corso della mattinata, i partecipanti hanno seguito la presentazione dei risultati del progetto e una tavola rotonda dedicata alle linee di intervento di RAISE, che promuove la robotica e l’intelligenza artificiale al servizio della società e dell’ambiente. Elisa Costa (CNR-IAS, Genova) ha illustrato il ruolo dello spoke 3 dell’ecosistema RAISE, dedicato alle tecnologie sostenibili per la tutela del mare. Sono poi intervenuti Gianluca Sarà, Attilio Sulli, Maria Giovanna Parisi – responsabile scientifica del progetto TEC-SOS –, Adriano Fagiolini, Maria Cristina Mangano, Maria Maisano, Davide Bruno e Valeria Pizziol, che hanno condiviso esperienze, risultati e prospettive di ricerca.

«Con TEC-SOS abbiamo voluto costruire un ponte tra scienza e territorio, mettendo la tecnologia al servizio del mare e delle comunità che lo vivono ogni giorno», ha dichiarato la Prof.ssa Maria Giovanna Parisi. «L’innovazione non è fine a sé stessa: serve a comprendere meglio gli ecosistemi, a proteggerli e a rendere tutti noi più consapevoli del valore del patrimonio naturale che ci circonda».

Attraverso un approccio integrato, il progetto TEC-SOS ha testato in ambiente reale sensori di nuova generazione per la rilevazione di parametri fisici, chimici e biologici nelle Aree Marine Protette del basso Tirreno. Le attività hanno coinvolto anche i diver e le comunità locali in iniziative di citizen science, finalizzate alla raccolta di dati georeferenziati su specie non indigene, fenomeni di mortalità, accumulo di rifiuti marini e reti fantasma. La combinazione tra osservazioni sul campo e misurazioni scientifiche ha offerto nuove chiavi di lettura per comprendere le cause e le dinamiche di eventi ecologici complessi, contribuendo a strategie più efficaci di gestione e conservazione.

Durante l’evento, i partecipanti hanno visitato i laboratori che hanno contribuito al progetto, tra cui il MIB Lab di Immunobiologia Marina, l’e-LAB di Ecologia Marina, il Laboratorio di Geomorfologia e Geologia Applicata, quello di Ingegneria Elettronica e Robotica, e il Laboratorio di Ecotossicologia dell’Università di Messina. Il Diving Center Altamarea e l’Area Marina Protetta Isola di Ustica hanno mostrato le applicazioni sul campo delle tecnologie sviluppate.

Attraverso dimostrazioni pratiche e attività interattive, l’incontro ha trasformato la ricerca in esperienza diretta, offrendo al pubblico l’occasione di conoscere strumenti, metodi e applicazioni concrete per la salvaguardia del mare.

Con TEC-SOS, l’innovazione tecnologica ha trovato nel Mediterraneo un laboratorio naturale in cui scienza, educazione e comunità si sono incontrate per costruire un futuro più sostenibile.

Il Cristo degli Abissi e AI: MYWAI celebra i 71 anni della statua sottomarina con un gemello digitale 5D nella piattaforma NEPTUNE™

In occasione del 71° anniversario della posa del Cristo degli Abissi nelle acque della baia di San Fruttuoso, MYWAI Srl, startup ligure specializzata in intelligenza artificiale con sede nella prestigiosa Baia del Silenzio di Sestri Levante, annuncia con orgoglio l’integrazione della celebre statua nel repertorio dei Digital Twin 5D della piattaforma NEPTUNE™, il primo sistema italiano che coniuga Intelligenza Artificiale e IoT per creare gemelli digitali per l’Underwater Data Awareness (UDA), ovvero la raccolta di dati da robot, apparati, macchinari e sensori durante ispezioni sottomarine a siti archeologici, turistici, biomarini e industriali.

Il modello digitale del Cristo degli Abissi, realizzato dal partner IMMERSEA con tecniche avanzate di fotogrammetria e’ stato rielaborato da MYWAI con tecniche di intelligenza artificiale per il rendering automatico di modelli 3D da immagini, come NeRF e Gaussian Splatting, applicate a riprese video subacquee.

Questo ha permesso di creare un gemello digitale tridimensionale, integrandolo nella piattaforma di Underwater AIoT di MYWAI che raccoglie e geolocalizza dati ambientali sottomarini. Il modello consente di monitorare l’evoluzione nel tempo (4D) e di arricchirlo con analisi semantiche (5D) grazie ad agenti AI basati su modelli linguistici di tipo LLM, simili a ChatGPT, ma progettati per funzionare localmente in modo sicuro e con informazioni riservate. Questi agenti permettono di ottenere informazioni sul manufatto e sull’ambiente circostante, garantendo la protezione dei dati tecnico-scientifici sensibili e offrendo la possibilità di controllarne la condivisione.

La statua del Cristo degli Abissi, posta nel 1954 a 17 metri di profondità, è da decenni simbolo di pace e memoria per subacquei e visitatori da tutto il mondo. Oggi, grazie al progetto NEPTUNE™, finanziato con un bando dello Spoke 5 di RAISE – l’ecosistema dell’innovazione su AI e Robotica coordinato da IIT, Università di Genova, CNR e Regione Liguria — questo patrimonio culturale entra nell’era digitale.

Il sistema NEPTUNE™, basato su tecnologia brevettata da MYWAI, consente di gestire in tempo reale dati ambientali provenienti da ROV (veicoli sottomarini) e di ricostruire ambienti subacquei su schermi remoti, dove ricercatori e studenti universitari possono studiare e interagire con i gemelli digitali in modo immersivo e intelligente.

Il video del Cristo degli Abissi e il modello NEPTUNE™ saranno inclusi nei materiali divulgativi in preparazione da RAISE per il prossimo Festival della Scienza, offrendo al pubblico un’esperienza unica di esplorazione sottomarina aumentata.

Ecosistema RAISE - Cristo degli Abissi - NEPTUNE MYWAI Spoke 2
Digital Twin 5D Cristo degli Abissi su NEPTUNE™ | Autore: NEPTUNE™ | Crediti: NEPTUNE™ e RAISE

“Vincere il progetto RAISE e dare vita a NEPTUNE™ in un sito così iconico per la nostra regione Liguria rappresenta una pietra miliare per MYWAI” – ha dichiarato Fabrizio Cardinali, Co-CEO e Co-Fondatore di MYWAI – “Segna la nascita del primo sistema italiano di intelligenza artificiale subacquea per la consapevolezza dei dati, dove il patrimonio incontra l’innovazione”.

“NEPTUNE™ è una soluzione estremamente flessibile ” – ha aggiunto Marco Faimali, direttore del CNR-IAS, Responsabile Spoke 3 di RAISE – “che in collaborazione con MYWAI e altri partner stiamo iniziando ad applicare all’Underwater Data Awareness e all’ecorobotica in molti settori, dalla gestione intelligente del biofouling in scenari industriali e duali all’analisi del DNA ambientale in ambito marino”.

“NEPTUNE™ è un chiaro caso di successo del nostro programma” – ha concluso Cristina Battaglia, Program Manager di RAISE – “dimostrando concretamente il nostro impegno nell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale e della Robotica alla scienza marina, attraverso l’open innovation e la collaborazione con startup del settore”.

Il partenariato di NEPTUNE™ è composto da MYWAI SRL, UBICA SRL, IMMERSEA SRL, NEXT VISION SRL, IIS – ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA e UNIVERSITÀ DI CATANIA, con la partecipazione di REGIONE SICILIANA – Soprintendenza del Mare, MINISTERO DELL’AMBIENTE – Area Marina Protetta di Portofino e OCEANHIS.

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Homepage Cristo degli Abissi su NEPTUNE
Autore: NEPTUNE
Crediti: NEPTUNE e RAISE

Be.Ci.S e Spoke 3: sensori per la citizen science

Proseguono a Bogliasco le attività di sperimentazione nell’ambito del progetto Be.Ci.S – Be a Citizen Scientist, parte del programma Spoke 3. Il progetto ha come obiettivo la realizzazione e la validazione di un sistema integrato per il monitoraggio ambientale, basato su un approccio partecipativo e aperto alla cittadinanza attiva.

Nell’ambito delle attività previste, Outdoor Portofino capofila del progetto Be.Ci.S – che partecipa all’ecosistema RAISE grazie al finanziamento ricevuto dai bandi a cascata dello Spoke 5 afferenti alle tematiche di Spoke 3 – ha avviato una nuova fase di test dei sensori sviluppati da IoTopon S.r.l., concentrandosi in particolare sulla rilevazione di parametri ambientali in ambienti marini e costieri.

I test si sono svolti nel tratto di costa di Bogliasco, con l’impiego dei sensori installati su mezzi nautici leggeri durante escursioni in kayak e su stand up paddle. L’esperimento ha dimostrato l’estrema semplicità di utilizzo del dispositivo anche da parte di cittadini non esperti, confermando l’intento del progetto di rendere il monitoraggio scientifico accessibile anche a sportivi amatoriali e appassionati della natura.

Il sensore, al momento, è in grado di rilevare oltre 20 parametri ambientali relativi a meteo, qualità dell’aria e qualità dell’acqua. Ogni rilevazione è georeferenziata e viene automaticamente mappata, con la possibilità di essere consultata sia da app che da postazione remota tramite PC. I dati confluiscono in un unico database centralizzato, a supporto di iniziative di ricerca, divulgazione scientifica e attività didattiche. Particolare attenzione è riservata all’analisi dei cambiamenti climatici e al contributo che una rete di cittadini attivi può offrire nella raccolta di dati su larga scala.

Uno degli elementi distintivi del progetto è la versatilità del sensore, pensato per essere impiegato in contesti outdoor molto diversi: dal ciclismo alle attività acquatiche. La compattezza, la leggerezza e l’adattabilità del dispositivo lo rendono ideale per un uso quotidiano e spontaneo, permettendo a chiunque di raccogliere dati preziosi per la scienza.

A conferma dell’approccio partecipativo del progetto, è stato avviato anche un programma di coinvolgimento diretto di cittadini, attraverso la selezione di alcuni ambassador. Questi volontari partecipano attivamente alla fase di test, raccogliendo dati marini che vengono inviati e validati quotidianamente. Si tratta di una testimonianza concreta del valore della citizen science e del potenziale contributo di ogni individuo alla ricerca ambientale.

Le future implementazioni del sensore prevedono l’integrazione di nuove funzionalità, tra cui la rilevazione della salinità dell’acqua e la misurazione delle concentrazioni di anidride carbonica e solforosa in ambiente marino. Tali evoluzioni richiederanno una base dati ampia e accurata, che solo una rete diffusa di cittadini attivi potrà fornire.

Il progetto Be.Ci.S si conferma così come una piattaforma innovativa per la scienza partecipata, unendo tecnologia, sostenibilità e coinvolgimento attivo della popolazione nella tutela dell’ambiente.

Il progetto SIMBA presentato a IAS 2025 a Genova

Nel corso della 19ª edizione della conferenza internazionale Intelligent Autonomous Systems (IAS), attualmente in corso a Genova fino al 4 luglio, è stato presentato il progetto SIMBA – Integrated Systems for Biological and Environmental Monitoring.

Lo speaker Matteo Baldoni, Modeling & Simulation Engineer presso Spindox S.p.A., ha illustrato i risultati e gli obiettivi del progetto nell’ambito di una sessione dedicata all’applicazione dell’intelligenza artificiale ai sistemi autonomi per il monitoraggio ambientale.

SIMBA è un progetto di ricerca collaborativa finanziato dal programma RAISE nell’ambito dello Spoke 3 e guidato da un consorzio composto da cinque partner: OnAIR (capofila), Spindox, FOS, Ecotox LDS e A-Sign.

L’iniziativa ha avuto come obiettivo lo sviluppo di sistemi di monitoraggio ambientale autonomi, basati su intelligenza artificiale ed edge computing, capaci di operare in tempo reale direttamente in situ attraverso dispositivi a basso consumo energetico.

Nel corso dell’intervento, sono stati presentati i quattro dimostratori sviluppati dal consorzio, ognuno dei quali affronta differenti aspetti del monitoraggio ambientale acquatico:
– Smart Subsea Observatory: monitora le fioriture di fitoplancton tramite una rete configurabile di sensori. Il sistema integra una piattaforma edge basata su Raspberry Pi, con gestione energetica a microcontrollori, e utilizza modelli di IA per rilevare anomalie nei dati ambientali multivariati.
– Portable Ecotoxicology Kit: analizza campioni d’acqua osservando il comportamento locomotorio di organismi acquatici, come l’Artemia, mediante tracciamento della velocità e dei pattern di nuoto. Il kit è stato sviluppato sulla piattaforma Jetson, equipaggiata con telecamera a infrarossi e interfaccia grafica personalizzata.
– Barnacles Behavior Tracker: monitora i cirripedi valutando estroflessioni dei cirri e aperture orali. L’intelligenza artificiale permette l’identificazione di cambiamenti comportamentali e morfologici, configurando il sistema come un biosensore naturale per rilevare inquinamento e stress ambientali.
– Riverbed Mapping via Satellite AI: elabora immagini da satellite Sentinel-2 e foto aeree per la segmentazione degli alvei fluviali e l’estrazione di caratteristiche morfodinamiche. L’approccio sfrutta modelli fondativi quali SAM2 per la segmentazione e SATLAS per la super-risoluzione.

Tutti i dimostratori hanno già superato una prima fase di validazione sul campo, dimostrando un significativo potenziale per aumentare la precisione e la scalabilità del monitoraggio ambientale. I risultati ottenuti hanno suggerito nuove prospettive per il supporto alle politiche ambientali e per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

“Personalmente credo molto nel confronto tra ricerca industriale e ricerca accademica” ha commentato Matteo Baldoni al termine della sua presentazione “La ricerca accademica tende ad astrarre i problemi, a cercare soluzioni di carattere generale, mentre quella industriale è inevitabilmente vincolata dai limiti e dalle esigenze della realtà concreta. Proprio da questo confronto nascono spesso soluzioni innovative, che in diversi casi siamo riusciti anche a riutilizzare per rispondere alle esigenze specifiche dei nostri clienti.”

La conferenza IAS 2025, incentrata sul tema “Ethical, Responsible, and Inclusive Robotics”, sta offrendo un’importante piattaforma di confronto tra ricercatori, imprese e istituzioni, permettendo la condivisione di approcci innovativi nel campo della robotica, dell’intelligenza artificiale e dei sistemi autonomi. In questo contesto, la presentazione del progetto SIMBA ha rappresentato un contributo rilevante alle attuali sfide del monitoraggio ambientale intelligente.

Presentato a Genova il progetto W-Mission: comunicazione subacquea wireless per reti robotiche autonome

Il 2 luglio 2025, nel corso della 19ª edizione della conferenza internazionale Intelligent Autonomous Systems (IAS), in svolgimento a Genova fino al 4 luglio, è stato presentato il progetto W-Mission – Wireless Coordination for Underwater Robot Networks parte afferente allo Spoke 3 del programma RAISE. A illustrare l’iniziativa sono stati Cosimo Palmisano e Luca Iezzi.

W-Mission ha come obiettivo la realizzazione di uno studio di fattibilità per lo sviluppo di una rete di monitoraggio sottomarino, composta da sensori statici e veicoli autonomi subacquei (UUVs).

L’infrastruttura proposta si basa sulla tecnologia WSense, una piattaforma di comunicazione acustica che dà “voce all’oceano”, consentendo la raccolta continua, ad alta densità e su larga scala di dati ambientali provenienti dal mare. Sono stati già acquisiti oltre 2 milioni di datapoint grazie a sensori wireless interconnessi.

La rete fissa, costruita con WNodes, agisce come infrastruttura di comunicazione subacquea (UCI), abilitando sia l’integrazione di sensori eterogenei sia lo scambio di dati e comandi in tempo reale. I veicoli ROV/AUV, equipaggiati con WNodes miniaturizzati, possono ricevere istruzioni in immersione e modificare le missioni in base al contesto e alle condizioni ambientali, grazie alla comunicazione bidirezionale multihop wireless.

Durante la presentazione, sono stati illustrati i principali work package del progetto. Il WP1 ha previsto uno scenario operativo in cui il veicolo seguiva inizialmente un percorso predefinito e, una volta entrato nel raggio acustico dei WNodes, riceveva i pacchetti di missione contenenti posizione dell’obiettivo, coordinate del nodo e parametri ambientali da misurare. Il veicolo ha poi interrotto la rotta iniziale per dirigersi verso l’area di interesse, seguendo un tragitto circolare per raccogliere i dati.

Nel WP2, è stato sviluppato un simulatore fisico per testare le interazioni tra WNodes e ROV/AUV, basato su ROS, al fine di analizzare metriche di prestazione come la precisione di localizzazione, la durata della missione e la vita operativa del sistema.
Il prossimo passo, annunciato nel corso della presentazione, sarà l’avvio di campagne di test sul campo in Sicilia, coordinate da ArenaSub. Verranno selezionati siti adatti e condotti rilievi topo-batimetrici, utilizzando unità oceanografiche dotate di dispositivi IoUT.

Il progetto ha ampie possibilità di applicazione, tra cui: difesa e infrastrutture critiche, energia off-shore, cavi e condotte intelligenti, bacini idroelettrici, monitoraggio ambientale, eventi sismici e vulcanici, e impianti di desalinizzazione.

Cosimo Palmisano ha commentato: “La partecipazione di WSense allo Spoke 3 del progetto RAISE ha rappresentato un passo strategico nello sviluppo della nostra soluzione per il coordinamento di mezzi autonomi subacquei in modalità wireless. Grazie a RAISE e al progetto W-Mission possiamo accelerare la transizione verso il mercato, con soluzioni concrete per la digitalizzazione dell’ambiente marino. L’ecosistema dell’innovazione ligure è un catalizzatore essenziale per valorizzare tecnologie deeptech e abilitare una blue economy sostenibile e connessa.”

La conferenza IAS 2025, dedicata quest’anno al tema “Ethical, Responsible, and Inclusive Robotics”, ha offerto un’importante occasione di confronto tra comunità scientifica, imprese e istituzioni, sottolineando il ruolo chiave delle tecnologie autonome per un futuro più equo e sostenibile.

UBICA al Congresso SIBM: progressi nel monitoraggio delle foreste di gorgonie

Nel mese di giugno, a Napoli, UBICA, partner del progetto NEPTUNE™ (Neural Rendering & Edge AI Platform for 4D synthetic Twins generation during Underwater Navigation & Exploration) e affiliato a Spoke 3, ha partecipato al 54° Congresso della Societá Italiana di Biologia Marina (SIBM).

In tale contesto, la biologa marina Ilaria Rossodivita (UBICA, NEPTUNE, Spoke 3) ha presentato un poster dal titolo “Indagini multiparametriche come sviluppo futuro del monitoraggio degli habitat sottomarini. Il caso di studio sulle foreste di P.Clavata della Secca dell’Insuela nell’AMP di Portofino”.

Nel poster vengono sintetizzati aspetti innovativi della ricerca in corso all’interno del progetto.

Al fine di monitorare lo stato attuale delle foreste di gorgonie (Paramuricea clavata), la cui presenza è correlata ad una maggiore biodiversità nel Mediterraneo, gli autori del poster evidenziano come con NEPTUNE™ è stato messo a punto un sistema 4D per arricchire i modelli 3D con dati ambientali della colonna d’acqua.

Questo risultato è stato ottenuto utilizzando una sonda open source ad hoc sviluppata nell’ambito del progetto OCEAN-PULSE (sistema open source di conduttività, temperatura e profondità CTD) integrato con un fluorimetro a modulazione di ampiezza di impulso (PAM), finanziato come attività esplorativa dalla Commissione Europea.

I sensori sono stati integrati in un veicolo a comando remoto per la raccolta dati e testati a Secca Isuela nell’Area Marina Protetta di Portofino, in Liguria.

UBICA al Congresso SIBM - RAISE poster_UBICA_rossodivita
Ilaria Rossodivita (UBICA, Spoke3) presenta al convegno SIBM | Autore: UBICA (Spoke 3) | Crediti: UBICA e RAISE

Dati in tempo reale, su temperatura, pH, salinità e ossigeno disciolto, insieme a video registrati con risoluzione 6K, sono stati trasmessi online a un server e archiviati su una timeline multistrato.

I dati sono stati quindi elaborati per generare ricostruzioni 3D dell’area scansionata, integrate con i parametri della colonna d’acqua monitorati.

La densità di P. clavata e le caratteristiche morfometriche di ciascuna colonia rilevata (ad esempio, altezza massima, superficie) sono state calcolate e confrontate con i dati provenienti dalla scansione fotogrammetrica subacquea nello stesso sito nel 2021.

Il progetto NEPTUNE™ quindi non solo sta producendo risultati innovativi dal punto di vista del trasferimento tecnologico nell’ambito del 3D/4D e dell’eco-robotica, ma sta producendo anche risultati di ricerca, dal punto di vista del monitoraggio ambientale delle foreste di gorgonie in Liguria.

UBICA al Congresso SIBM - RAISE SIBM_poster_UBICA_marco_palma
Autori del poster: I. ROSSODIVITA (UBICA) , A. DECAMILLI UBICA), L. TRICERRI (UBICA), E. CANUTI (European Commission – Joint Research Centre, Ispra VA), U. PANTALEO (UBICA), F. CARDINALI (MYWAI), V. CAPPANERA (Consorzio di Gestione Area Marina Protetta Portofino), M. PALMA (UBICA)

NEPTUNE™, coordinato dalla start up ligure MYWAI, è uno dei vincitori del bando a cascata per progetti di Ricerca Industriale e Sviluppo Sperimentale nei domini dell’Intelligenza Artificiale e della Robotica dello Spoke 5 di RAISE ed è affiliato allo Spoke 3, il cui obiettivo è la protezione e cura dell’ambiente grazie all’ecorobotica.

Il partenariato di NEPTUNE™ è composto da MYWAI SRL, UBICA SRL, IMMERSEA SRL, NEXT VISION SRL, IIS – ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA e UNIVERSITÀ DI CATANIA, con la partecipazione di REGIONE SICILIANA – Soprintendenza del Mare, MINISTERO DELL’AMBIENTE – Area Marina Protetta di Portofino e OCEANHIS.

Immagine Copertina
Foresta di gorgonie nell’Area Marina Protetta di Portofino, Liguria e robot sottomarino
Autore: Marzio Cardellini, Bluframe
Crediti: NEPTUNE™ e RAISE

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