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RAISEmotion porta arte e scienza in scena al Festival della Scienza

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31 Ottobre 2025
RAISEmotion porta arte e scienza in scena al Festival della Scienza

Mercoledì 29 ottobre, nella maestosa Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, RAISEmotion ha trasformato il cuore di Genova in un palcoscenico dove ricerca e creatività si sono fuse in un’esperienza sensoriale e poetica.

L’evento, parte del programma del Festival della Scienza 2025, ha presentato le performance The Ocean Without Us e Another Beat, due narrazioni che hanno intrecciato linguaggi artistici e visioni scientifiche, mostrando come la conoscenza possa prendere forma attraverso la musica, le immagini e il teatro.

La serata, introdotta da Cristina Battaglia, Programme Manager di RAISE, e presentata da Marco Faimali del CNR, leader dello Spoke 3, ha guidato il pubblico in un percorso che unisce emozione, ricerca e consapevolezza.

Michela Chiappalone (IIT, Università di Genova e Ospedale San Martino) e Veronica Penza (IIT, Spoke 2), insieme a Francesca Garaventa (CNR-IAS, Spoke 3), hanno offerto una lettura scientifica delle opere, restituendo la complessità dei temi affrontati e il valore della collaborazione tra discipline.

La prima performance, Another Beat, ideata e diretta da Lidia Giannuzzi con la compagnia La Pozzanghera, ha spostato l’attenzione dal mare al corpo umano, esplorando il tema del gemello digitale. Sul palco, il battito del cuore è diventato metafora di dialogo tra l’uomo e la tecnologia: una partitura di luci, suoni e parole che ha messo in scena la possibilità di un futuro in cui l’innovazione medica accompagna la vita, senza mai sostituirla. Gli attori Domenico Baldini, Roberta De Donatis, Francesco Maria Giacobbe e Martina Pittaluga hanno incarnato la tensione tra il cuore reale e quello virtuale, restituendo al pubblico un racconto intimo e universale sul significato di essere vivi

La seconda performance, The Ocean Without Us, firmata dal collettivo Stellare in collaborazione con l’artista Giuseppe La Spada, ha condotto gli spettatori in un viaggio immersivo attraverso le profondità del mare e i dati che raccontano la sua fragilità. I suoni, generati dal software Ocean sviluppato con Emilio Pozzolini, hanno tradotto le concentrazioni di microplastiche nel Mar Ligure in frequenze e variazioni sonore, dando voce a un oceano in trasformazione. Tra proiezioni fluide e armonie elettroniche, l’opera ha evocato un mare che respira, soffre e si rigenera, restituendo in forma sensoriale la ricerca condotta all’interno dello Spoke 3 di RAISE dedicato alla protezione e cura dell’ambiente.

“Another beat, un altro battito, quello di un cuore gemello, un cuore gemello digitale, su cui provare, sperimentare, testare cure, interventi. Un tentativo di dare una voce teatrale a quello che la ricerca sta già facendo. Una grande speranza per noi tutti che viene dalla scienza” ha commentato Lidia Giannuzzi della Compagnia la Pozzanghera.

Maria Pina Usai, curatrice per la performance The ocean without us ha dichiarato al termine dello spettacolo “The Ocean Without Us prende forma dall’incontro tra due pratiche di ricerca – scientifica e artistica – che pur operando attraverso linguaggi differenti, condividono più di quanto si pensi: rigore metodologico, tensione verso l’ignoto, disponibilità all’imprevisto, trasmissione evolutiva dei propri esiti. In entrambe, l’atto di indagine implica la capacità di interpretare dati e segni del reale attraverso studio e competenza oltre che sensibilità e intuizione. In questa prospettiva, l’arte non si limita a comunicare la scienza, ma ne accompagna il percorso di conoscenza, traducendola in esperienza estetica e percettiva. Come nel romanzo di Alan Weisman da cui trae ispirazione, la performance audiovisiva The Ocean Without Us non mira a fornire risposte, ma a generare domande, invitando il pubblico a un esercizio di consapevolezza e responsabilità nei confronti del mondo di cui siamo parte”.

Entrambe le opere hanno espresso con forza l’essenza di RAISE, l’ecosistema dell’innovazione che promuove il dialogo tra scienza, tecnologia e società. In questa serata, l’arte ha dato corpo alle domande della ricerca e la ricerca ha trovato una nuova voce attraverso la sensibilità artistica.

Il pubblico ha accolto con partecipazione le due performance, riconoscendo nel linguaggio condiviso di RAISEmotion un’occasione di riflessione e stupore. L’incontro tra scienziati e artisti ha mostrato come la conoscenza, quando si apre alla creatività, possa trasformarsi in esperienza collettiva e in visione del futuro.

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