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L’iniziativa, pensata per avvicinare il pubblico al mondo della ricerca in un’atmosfera informale e partecipata, ha inaugurato una serie di cinque incontri dedicati ai temi dell’innovazione, della tecnologia e del rapporto tra scienza e società.
Il primo appuntamento ha avuto come protagonista Antonio Sgorbissa, esperto di robotica e Professore Ordinario all’Università degli Studi di Genova, dove insegna nel corso di laurea in Ingegneria Informatica e nel Master Europeo EMARO+ in Advanced Robotics, dove coordina DRIM, il dottorato nazionale in Robotica e Macchine Intelligenti, e dirige il laboratorio RICE (Robots and Intelligent systems for Citizens and the Environment).
Nel corso dell’incontro, Sgorbissa ha guidato il pubblico in un viaggio tra le sfide e le prospettive della robotica contemporanea. Da decenni, ricercatori e ricercatrici di tutto il mondo hanno dedicato energie e risorse – pubbliche e private – allo sviluppo di robot autonomi e intelligenti, capaci di assistere le persone fragili, esplorare ambienti complessi e fornire informazioni in situazioni critiche. Una parte importante della comunità scientifica ha concentrato i propri sforzi su modelli teorici e prototipi sofisticati, spesso destinati a trovare applicazione in tempi lunghi.
Sgorbissa ha anche raccontato la propria esperienza nello sviluppo di robot sociali “semplici ma robusti”, progettati per offrire fin da subito un supporto concreto e affidabile alle persone, in modo da incidere realmente sulla vita quotidiana. Ha illustrato come la robotica possa evolvere non solo attraverso soluzioni altamente complesse, ma anche grazie a macchine capaci di operare in autonomia negli ambienti reali, fornendo aiuto, compagnia e sicurezza.
L’incontro si è trasformato presto in una conversazione vivace e partecipata: domande, curiosità e riflessioni hanno animato la sala fino a tarda sera, in un dialogo diretto tra il relatore e il pubblico. L’atmosfera informale dell’aperitivo ha favorito un confronto autentico, in cui la divulgazione scientifica ha assunto il tono di un dialogo teatrale.
Nel suo intervento conclusivo, Antonio Sgorbissa ha condiviso un pensiero che ha riassunto lo spirito dell’iniziativa: “Questo ciclo di incontri assomiglia molto più a uno spettacolo teatrale, e lo trovo meraviglioso. Quando si guarda il pubblico negli occhi, si crea un’energia reciproca: non è facile spiegarlo in termini scientifici, ma si percepisce chiaramente. Parlare di scienza così, in presenza e con partecipazione, restituisce un senso profondo al nostro lavoro.”

 
			 
			 
			 
			 
                         
                         
                         
                    